Mi scrive l'amico Luciano direttamente sulla posta elettronica: " Faccio mia l'affermazione che l'allora critico deiCahiers Du Cinema Jacques Rivette fece all'indomanidell'uscita di Viaggio in Italia di Rossellini e tiseguo sull'idea di Un'altra giovinezza: "Con l'uscitadel film di Coppola imrovvisamente tutti i filmsembrano invecchiati di vent'anni". Ti ricordo cheanche il film di Rossellini aveva a che fare inqualche modo con le motivazioni che stanno spingendola tua ricerca. Pensa al rapporto con il passato chec'è nel film, con la Napoli sotterranea, l'impattodell'archeologia sulla psiche della protagonista chevede lo sgretolamento del rapporto col maritosublimarsi nella visione del ritrovamento a Pompeidella coppia avvinghiata sorpresa nel momentodell'atto sessuale dall'eruzione e sommersa dallalava. E ancora i morti senza nomi, cumuli di teschiaccatastati nelle grotte che riti pagani a leiincomprensibili vedono i vivi adottarli col nome degliscomparsi in guerra e avere così un legame conl'aldilà...E per ciò che riguarda una via nuova al modo dipensare il cinema, lo sai, sfondi una portaaperta...ma vado in un'altra direzione.Per questo iodal cinema mi aspetto che mi restituisca il principiodi realtà,che mi aiuti a venir fuori dalla virtualitàillusoria in modo da poter tornare a prenderecoscienza della realtà e della verità. O per lo menodi quella parte di verità che è possibile arrivare aconoscere. Vorrei che fosse un cinema che sappiatrasmettere materialità, che mi offra immagini che nonsiano dettate o imposte dal mercato [sesso, violenza,potere], che siano immagini di un mondo vasto e vario,che mi avvicinino a nuove frontiere, che non sianopure riprese perfette di qualcosa che assomigliasempre più a una bella vetrina, ad una scenainanimata, e sempre meno alla realtà del nostro mondoglobalizzato e tuttavia regno delle diversità."L’illusion cinématographique, quella magia che ciinduce a credere che la realtà sia un’invenzione e lavita una sceneggiatura e che i sogni siano sempre piùbelli della realtà, ci ha fatto tanto sognare nellenostre Arcadie, nell’oscurità dei cinematografi di untempo dove entravamo per dimenticare la banalità delquotidiano per perderci nell’avventura narrata sulloschermo. Adesso, la moltiplicazione vertiginosa dellamagia, attraverso la televisione, i video, i DVD,Internet, ci sta rubando, per eccesso, indipendenza,spirito critico e capacità di resistenza. Ormai saturadi illusioni, stanca di ricordare che la Via Venetoche Fellini ha ricostruito a Cinecittà per la sua"Dolce vita" e che è quella che il nostro immaginarioriconosce, non era in salita, come nella realtà, mapiana, motivo per cui Fellini poteva parlare a ragionveduta “dell’inutile realismo della realtà”".Naturalmente proporre un ritorno al Neorealismoitaliano nel Terzo Millennio sarebbe assurdo. Mariappropriarsi di tutto ciò che, in quella lezione, haaffascinato tanti cineasti nei loro anni giovanili eappunto come dicevi sfruttare i nuovi mezzi tecnici,per stare sull’immagine, ricordare sempre che l’arteseduce e suggerisce ma non deve necessariamentespiegare, penso che possa costituire un contributo aun’estetica e a un’etica al passo e avanti nel tempo,una condizione di povertà a partire dalla quale èsempre possibile la creazione artistica, la ricerca diun linguaggio cinematografico libero dalle trappoledel mercato e che si opponga alla ricchezza-predatoria- della professione cinematografica.Mesi fa, a Roma, un gruppo di amanti del cinema,animati dall’instancabile Fernando Birri, ha resopubblica una Lettera aperta che espone la necessità didar vita a un nuovo cinema amatoriale o povero oalternativo, basta mettersi d’accordo sulle parole,indicando che: “È passato il movimento dei grandi filmdi autore, intelligenti, sensibili, interpretativi,interni all’estetica familiare del cinema; è passatala grande stagione del Terzo Cinema di rottura, dicontrapposizione con il cinema e con l’esteticaborghese. Per noi è arrivato il momento di rivendicarel’estetica amatoriale, che consideriamo come l’unicapossibilità per aprire una nuova sfida molecolarecapace di liberare l’audiovisivo dalla sua prigione.”Ti ringrazio ancora una volta per gli stimoli che midai...sempre meno frequenti intorno a noi. Scusa perlo sfogo, oggi mi hanno annunciato da un enteimportante che non possono finanziarmi un progetto cheavevo loro proposto mesi fa.E Sai con qualemotivazione? Che è troppo ambizioso, come fosse unacolpa. Ciao amico caro, continua a cercare.... "
Provo a rispondere, interrompendo la cronaca del viaggio a Stilo.
"l'amico Luciano, dando un'occhiata al blog, mi parla di "Viaggio in Italia" e di Birri, come possibili riferimenti per un cinema del futuro.
Sai Luciano, mentre "Viaggio in Italia" era l'immagine di una coppia fin troppo assente a sè stessa, nel film che sto preparando, grotte e passato hanno un ruolo un pò diverso.
Sono convinto che più si tende verso un possibile futuro, più si riscopre il passato (se c'è vera fuga in avanti). Sembra una cazzata ma tante volte le persone partono dal loro presente verso un sogno di futuro come se fosse una semiretta. Taoisti e fisici quantistici ridono giustamente di questi fintoni.
E così mentre preparavo un film di fantascienza come se fosse un fintodocumentario, mi sono ritrovato a fare una serie di scoperte sul/del territorio forse ancestrali, ma che riguardano TUTTI e non solo una coppia. Niente resta sepolto per sempre. Per questo i fintoni vanno in semiretta. Perchè non vogliono mettere in discussione quello che già hanno fatto. Insomma un film amatoriale più che home movie deve essere mondo movie.
Pian piano ne parlerò nel blog e poi nel film finito ma come dicevo nel post del film di Coppola va cambiato il punto di vista. Una grotta non è solo l'immagine dall'inconscio. E' anche una VERA astronave. I teschi non sono solo parenti ma generosi bibliotecari di mappe per qualcosa che non è stato ancora creato.
Alla prossima!