martedì 30 giugno 2009

I Tarocchi - arcani maggiori - "La Ruota della Fortuna"


Si può passare a un nuovo ciclo.
Dall'avere all'essere.
Come lo possiamo rappresentare tutto questo?
Cosa può rappresentare il nostro tentativo di dare vita a noi stessi?
Cosa lavora affinchè la nostra paura diventi eros?
Cosa purifica il nostro sangue?
I reni.
I reni sono "molto amati" dalla scienza più raffinata.
Li trovate sia nella medicina cinese che nei versi più segreti della Bibbia.
E' importante ricordare questa cosa.
Quando nasciamo ecco che i reni subito vengono "collegati" alla nostra genitalità. Un esempio stupido ma che può aiutarci a capire, è dato dal fatto che molte persone quando hanno paura e quindi hanno i reni sotto pressione urinano spesso.
Detto questo la ruota ci aiuta a meditare su come purificare noi spessi, come elevare noi stessi in modo da staccarsi dalla dimensione dell'avere.

lunedì 29 giugno 2009

I tarocchi - arcani maggiori - "L'Eremita"


Ecco una persona che ha fegato.

Nel momento in cui è nato qualcosa di nuovo, bisogna avere il coraggio di esplorare queste nuove direzioni.

Esplorare nuove direzioni vuol dire essere solo.

Essere solo vuol dire che si scopre il proprio posto nel mondo.

Un posto che è unico riservato solo a noi, che ci differenzia dagli altri, dai genitori alle persone che amiamo.

Questo vuol dire avere una luce con sè.

Abbiamo accumulato come una scorta di spiritualità che ci permette di affrontare questo viaggio.

Per il corpo è molto importante non accumulare veleni proprio perchè andiamo a colpire il fegato, molto amato da tutte le tradizioni proprio per questo ruolo di filtro.

A seconda di cosa abbiamo come riserva, siamo colmi di qualcosa.

Questo qualcosa di cui siamo colmi ci esprime agli occhi del mondo.

Senza parole.

sabato 27 giugno 2009

Agathopedia alla Milanesiana (intervallo)

Interrompo la lettura dei tarocchi per un momento...giusto per dirvi che domenica vi sarà la proiezione di Agathopedia (di Raoul Ruiz) alla Milanesiana, la pazzesca rassegna (?) che in questi giorni si tiene a Milano, tra premi nobel, Umberto Eco, grandi registi, letteratura e altro...io non ci sarò perchè sto lavorando qui a questa cosa su i tarocchi, però se vi va di vedere il film, allo spazio Oberdan alle 21 andate ( e comunque nel film appaio, sono quello che sbrindella i giornali).
Tra l'altro molti dei temi affrontati in questo blog, nell'ultimo anno e mezzo si trovano concentrati, grazie alle coincidenze in questo film molto libero, di cui tanto abbiamo scritto. L'incontro con Ruiz è stato un incontro molto forte e la possibilità che ho avuto di poter inserire alcune mie immagini, nate dai viaggi per il Mercurion (e quindi le icone bizantine) e lo studio sull'uomo in nero, che ha avuto una sorta di coda nello studio sull'Ulisse di Joyce...vi è anche il tema della fine del mondo, le Apocalissi dei rotoli del mar morto, anche quelli viste non in un'ottica di fine del mondo lugubre e sprezzante della vita, ma come gioco che può rivelarci tanto su di noi e che mai avremmo pensato di sapere se non ci fosse stato questo giocare che è quantistico come minimo...

venerdì 26 giugno 2009

I Tarocchi - arcani maggiori - "la Giustizia"


Eccoci sulle ginocchia della giustizia.

Chi ha le ginocchia forti?

Chi sta riuscendo ad equilibrare i primi flussi, che abbiamo già visto negli arcani precedenti.

Per fare cosa?

la risposta è ovviamente nel prossimo arcano.

Qui bisogna sapere che tutto si gioca su quello che interiormente sta nascendo dentro di noi.

Infatti, come tutti sanno, ogni unione porta dei frutti.

Nell'antichità, la bibbia lo cita, la cosa importante era, quando nasceva un bambino, che questo bambino venisse a contatto con le ginocchia di chi poi lo avrebbe educato.

In questo caso qualcosa sta nascendo, ma non siamo ancora pronti.

Si è consapevoli di aver dato il là a qualcosa.

Ci siamo, quasi.

Ora non si deve avere fretta.

Se le ginocchia sono forti ci sarà una bella nascita.

giovedì 25 giugno 2009

I Tarocchi - arcani maggiori - "Il Carro"


Le spalle dell'uomo sul carro ci dicono tante cose su i suoi obiettivi.

Chi sa tenere sulle proprie spalle, quasi come delle protezioni, le forze già domate può andare avanti.

Si ma come andare avanti?

La vera azione è nella non-azione. Non si tratta infatti di buttarsi a corpo morto nell'avventura.

fare molta attenzione a questo. Di solito quando si prende coscienza ci sono quelli che vorrebbero prendere baracca e burattini e via!

Ma questa è una falsa rivoluzione. Per meglio dire è la rivoluzione dell'elastico: tutto cambia perchè nulla cambi. Qui si tratta di viaggiare sul posto. Se si prende coscienza di qualcosa allora si sa come aspettare. E' un aspettare attivo il giorno in cui si ha fiducia per attivare un vero cambiamento.

Insomma non bisogna scappare da se stessi.

Il viaggio che il matto ha intrapreso (lavorando sul proprio corpo) non è una fuga da se stessi ma un'integrazione.

Non siamo noi che dobbiamo andare verso le cose...

mercoledì 24 giugno 2009

I Tarocchi - arcani maggiori - "L'Innnamorato"


L'incredibile affollamento di questa carta con tutte le relazioni che si mettono in moto è una caratteristica forte dell'innamorato.

Il primo incontro col divino, grazie alla mediazione del papa, permette all'innamorato di provare un certo piacere nel confrontarsi con gli altri.

Ci si ritrova e si ha qualcosa da dire e da sperimentare.

E' un passo importante perchè ognuno di noi ha qualcosa da dare all'altro, e questa è una cosa meno scontata di quel che sembra.

Ovviamente non ci si può crogiolare in quello che si ha appreso. Non è questo il momento. Bisogna andare avanti.

Le cosce dell'innamorato sono qui a dirlo. Il nostro matto (e come l'imperatore anche l'innamorato ha le scarpe rosse) deve scoprire l'intuizione, il femminile, altrimenti resta un incompiuto, nonostante le scoperte di prima.

Se ci si ferma qui saremo come degli zoppi, indecisi in seguito. Quindi senza farsi travolgere da questi piaceri e scoprendo il femminile si va avanti.

martedì 23 giugno 2009

I tarocchi - arcani maggiori - "Il Papa"


Ecco le mani del Papa.
La prima riunione che il matto ha dovuto incontrare sul cammino è quella in un certo senso del bruto governo sulla materia.
A benedire questa unione ecco il Papa, che qui rappresenta un messaggero del divino, un primo contatto tra cielo e terra.
Qui viene mostrato come antichi insegnamenti arrivano dal lontano passato per essere compresi anche da persone lontanissime da ciò. Un soffio che invita comunque a guardare al futuro. Questi sono i primi opposti che vengono fusi in un'unione ma non è la piu' importante delle unioni.
Imperatore e imperatrice hanno capito tante cose ma adesso si devono in un certo senso svuotare per fare posto a nuovi equilibri, prossimi a venire. Le mani del Papa ci ricordano tutto questo.
Espressioni dell'attivita mentale, visto che con le mani possiamo sia dare che ricevere, costruire cose o uccidere.
Il papa ci ricorda: non solo la legge che regola i nostri rapporti di tutti i giorni governa davvero le nostre vite.

lunedì 22 giugno 2009

I tarocchi - arcani maggiori - "L'Imperatore"


Dicevamo dello sguardo dell'Imperatrice...ecco chi guarda, guarda l'imperatore che ha voglia di mettersi a riposo!
L'imperatore, come molti politici, finge di non sapere che la vera stabilità è nell'instabilità.
Il poeta spagnolo Antonio Machado una volta ha scritto:"Viandante non c'è strada, la strada si fa camminando".
Ecco quindi che con le proprie gambe bisogna lavorare sul proprio cammino, senza seguire le idee di nessuno.
In questo si è veri imperatori. Quando la proprio libido è tutta sintonizzata sull'avere ecco che le nostre energie piu' alte vanno perdute. L'imperatore quindi è a rischio crisi. rappresenta l'energia che sotto la spinta dell'imperatrice non può rinchiudersi tra quattro mura, in un paio di vittorie o insegnamenti pensando in questo modo di tirar su un gregge di seguaci e con questo fondare finti regni. Si tratta quindi di lavorare sulle proprie difficoltà per crescere andare avanti e se cosi facendo si insegna qualcosa a qualcuno, bisogna anche ricordarsi che è anche un insegnamento per se stessi.

domenica 21 giugno 2009

I tarocchi - arcani maggiori - "L'imperatrice"


A questo punto si può cominciare a pensare al futuro.
L'imperatrice, con i suoi occhi verdi guarda qualcuno (poi vedremo chi) con un sorriso.
Vi è come un invito.
Non tanto un invito a tuffarsi subito nella mischia.
L'aquila sullo scudo ha ancora un'ala che si sta formando. Segno che non è ancora il tempo per le grandi imprese. Bisogna imparare l'arte del controllo. Cominciare in un certo senso a capire cosa voglia dire governare alcune forze che sono dentro di noi. Questa volta bisogna governare le forze femminili.
Gli occhi verdi (legati alla fonte battesimale) ci fanno capire che è germinato qualcosa. Questo lo capiamo non solo dalla fogliolina verde che è alla base dello scettro, ma anche dal cespuglio verde che è ai suoi piedi. Siamo come in una sorta di sala, la sala del palazzo.
Ecco questo vuol dire che le famose forze contrapposte che si agitano in noi vanno come placate. Soprattutto adesso che è sbocciato qualcosa.
L'uovo si è rotto e forse l'aquila vuole spiccare il volo.
Per prima cosa però queste forze vanno sapute gestire. Non possiamo mandarle allo sbaraglio.
Vi è anche bisogno di un pizzico di disciplina.
Occhi e acqua rimandano al cuore...

sabato 20 giugno 2009

I tarocchi - arcani maggiori - "La Papessa"


Allora qualcosa è nato.
Un uovo, una cellula, è pronta a moltiplicarsi per diventare qualcosa di più grande.
Questo uovo segue un processo che è antichissimo.
Il femminile chiede ancora una volta di poter mostrare una nuova forma al mondo.
Forse l'intero cosmo ha natura femminea.
Questo uovo ci porta degli stimoli.
Quindi bisogna sempre chiedersi di che natura è la cellula prima di quello che andiamo a fare?
Parte tutto da questo, visto anche quello che ci ha insegnato il bagatto.
Cosa seguiamo di appena nato.
Seguiamo gli stimoli di questo processo antichissimo oppure cerchiamo di essere noi il processo?
E' una grossa differenza.
Possiamo essere solo i canali di questo antico processo.
Non sostituirsi ad esso.
Come Michelangelo dobbiamo essere coloro i quali dalla materia estraiamo questa nuova forma. Per questo la monetina del bagatto ora è nel collare d'oro della papessa.

venerdì 19 giugno 2009

I tarocchi - arcani maggiori - "Il Bagatto"


Nel bagatto capiamo cos'è l'inizio di ogni cosa. Questo inizio va ben ponderato. Perchè in ogni inizio si gioca con forze che non sono ancora bene armonizzate. Il tavolo su cui gioca il bagatto ha, infatti, solo tre gambe. Questo vuol dire che ogni inizio (il seme d'oro che ha in mano "viene dalla sua testa") ha in sè la ricerca di nuovi equilibri che al momento non si sono manifestati.
Infatti quando si comincia qualcosa di nuovo vi è una crescita.
Crescita vuol dire spostarsi da uno stato ad uno più ampio.
Questo comporta un nuovo equilibrio che non va ottenuto con la forza. Altrimenti il tavolo del bagatto andrà a gambe all'aria.
Si tratta quindi di saper usare le capacità che si hanno a disposizione. Perchè quando si comincia qualcosa questo qualcosa non si è ancora visto nel mondo. Infatti la passera che vediamo sullo sfondo riecheggia la nascita. Bisogna essere come una madre quando si crea qualcosa di nuovo.
La madre non forza il figlio a crescere.
ma lo nutre con amore.
Ogni nascita è un miracolo.

giovedì 18 giugno 2009

I tarocchi - arcani maggiori - "Il Matto"


Si ha una meta chiara.
Senza eccessi si va per la propria strada.
Allora perchè è "matto"?
Si sa la meta ma non si sa altro! Una volta ponderato un effetto, imparato qualcosa, si va avanti.
Si è ancora crudi. Si è oscuri a se stessi. Un albero che penetra piano nel terreno e contemporaneamente si sale verso il cielo.
Un arbusto (vista la fogliolina nella sua mano?) che un cane ha preso di mira. Il matto sa solo che vuole andare lì! Tutti vogliono sapere prima se il gioco vale la candela. Questa è la vera follia. Il progetto comodo, l'avventura facile come Disneyland. Bisogna alimentare poco a poco tutto questo. Non esiste un albero uguale all'altro. A piccoli passi, commettendo un milione di errori sempre nuovi si risulta imprendibili.
Invece, seguendo un milione di vie, cambiando freneticamente si risulta ciechi e si viene sempre cecchinati.
Ogni nuova azione compiuta con l'obiettivo sognato porta frutti della conoscenza.

martedì 16 giugno 2009

Perchè L'Ulisse di Joyce (Bloomsday)

Oggi è il sedici giugno, è il giorno dell'Ulisse e infatti in tutto il mondo è festeggiato come il Bloomsday.
Perchè pubblicare un'analisi sommaria di un testo come questo?
Perchè adesso stanno nascendo i lettori adatti a un romanzo così. Forse l'unica cosa positiva di tutti questi media così aggressivi ( e il fatto che io sia regista non vuol dire che approvi...) è che le persone si stanno abituando a un modo di ragionare non lineare.
Anche l'esplosione di testi sulla fisica quantistica permette di leggere l'Ulisse senza le apprensioni dei decenni precedenti. Nel secolo scorso infatti questo libro era considerato illeggibile. Era una dichiarazione di impotenza molto "dublinese" ma non più necessaria.
Lo stesso Joyce quando si era parlato del problema di traduzione (e di stampa) del suo romanzo aveva sempre detto che il medium giusto per tradurre un testo così fosse il cinema.
Da parte mia il cinema giusto è quello degli spaghetti western, visto che è un tipo di cinema che ha saputo lavorare molto bene sulla figura dell'uomo in nero (Django in questo è perfetto).

lunedì 15 giugno 2009

Ulisse di Joyce - ultimo episodio - "Penelope"

Eccoci alla fine di questo straordinario romanzo.
In questo caso, dopo tanti maschioni a caccia di alcool e fica, ecco la parola a una donna, Molly Bloom, nata Laredo (spagnola) coniugata con Leo e che riesce col suo monologo ad essere la madre terra.
Molti hanno scritto su questo monologo, che è il vero banco di prova di un'attrice (o aspirante tale).
Non solo perchè non vi è traccia di punteggiatura e che io sappia è stata la prima volta che si è vista una cosa simile.
La capacità di Joyce in questo caso è il sapiente uso sia della metafora che dell'aspetto carnale.
Dal punto di vista della metafora, nella notte e in un silenzio quasi assoluto parla la Terra, incorniciata da due si. Questo quasi a ricordare che ogni cosa in questo mondo parte dalla Terrra e alla Terra ritorna. Quindi tutto parte dal buio e dalla generazione (avete visto il flash di Eraserhead nell'altro post?) e tutto è sotto il segno dell'amore.
Dal punto di vista carnale, dopo tanti ragazzoni che fanno parole, ecco il desiderio femminile tanti anni prima di Gola profonda e questo in modo più completo e vitale.

domenica 14 giugno 2009

Ulisse di Joyce - diciassettesimo episodio - "Itaca"

Capita a volte, a fine giornata,di fare un bilancio delle ore appena trascorse.
Si cerca di capire se si è vissuto bene. Ovviamente il bilancio non va fatto in modo arido...per un semplice motivo: non ci conosciamo davvero e spesse volte uno realizza quello che ha fatto molto tempo dopo, passata la tempesta emotiva e con il tempo che ha fatto il suo porco lavoro.
A prima vista lo stile di Joyce in questo episodio è davvero arido e poco rispettoso nei confronti degli stessi personaggi. Persino le notazioni (ora poetiche ora porno umoristiche) sembrano appese sulla pagina.
Però, andando a riguardare, si capisce che solo scrivendo in questo modo si può difendere una persona. Per quanto uno possa essere preciso, pedante e in alcuni momenti davvero fuori squadra con tutte quelle descrizioni scientifiche, ecco che la verità salta fuori: non possiamo capire noi stessi e gli altri così facilmente. La scienza, il razionale poco possono di fronte al mistero dell'uomo. Lo stesso Bloom è un mistero ai suoi stessi occhi e davvero non si capisce come Dedalus possa rifiutare la richiesta di ospitalità di Bloom.
Tutto sembra così a posto, così giusto, eppure ecco che non si arriva a niente, se non a una bella visione del cielo stellato, quasi un frutteto dell'età dell'oro.
Non resta altro da fare che lasciare spazio alla donna, al vero mistero, a qualcosa che sembra appartenere solo alla luna e alla notte, all'acqua e al sogno.
Il prossimo, quindi, è lo stupendo episodio di Molly Bloom.

sabato 13 giugno 2009

Ulisse di Joyce - sedicesimo episodio - "Eumeo"

Qui è il momento del confronto tra Bloom e Dedalus.
E' un momento molto particolare della vita di ognuno di noi.
In molti non fanno altro che lamentarsi o altre sciocchezze. Non realizzando che la realtà è un flusso in continuo mutamento.
Allora può accadere che qualcuno abbia fiducia in noi. Come avete già visto Dedalus ha avuto la sua bella crisetta sulla spiaggia. Dedalus non sapeva come far brillare le sue qualità. Questo perchè frequentava le persone sbagliate.
Ecco Bloom. Non fatevi ingannare dalla grande ironia di Joyce, che raggiunge il culmine nell'episodio del cavallo, collegato a quello del funerale (con Bloom che si ritrova col nome sbagliato).
Come già detto, Vaneigem aveva fatto notare che l'Ulisse ha la grande qualità di mostrare quasi in modo scientifico che rivoluzioni e controrivoluzioni si succedono in qualunque giornata della vita di un uomo.
Ecco questo assunto raggiunge una precisione chirurgica in questo episodio.
Bloom vede in dedalus delle qualità. Qualità che lo possono rendere felice (anche a Bloom...).
Cosa fa Dedalus?

venerdì 12 giugno 2009

Ulisse di Joyce - quindicesimo episodio - "Circe"

Qui siamo allo shock, a qualcosa che ci smuove.
Questo è un episodio strafamoso, citatissimo.
NON SERVIAM.
Una sorta di De Sade in assenzio, dove notazioni erotiche durissime (il pezzo di carta igienica, il braccio nella passera) hanno segnato in maniera indelebile la memoria dei piu' audaci esploratori del mondo letterario.
Vi è anche una messa nera...
in realtà lo shock, lo scontro è anche dei personaggi.
Finalmente Dedalus e Bloom si incontrano sul serio e hanno la possibilità di passare la loro notte iniziatica. Qui Joyce ci fa capire la necessità del distacco da eventi forti che possono segnarci se ci trascinano.
Questa è la festa, il sabba lisergico che per un attimo travolge i nostri eroi. All'inizio sembra Bloom in preda alle fantasticherie piu' audaci a sembrare sconnesso e fuori di testa, ancora una volta travolto dall'amore passionale e geloso per Molly. In realtà, una volta fuori dal bordello e lui a recuperare il controllo, a capire che la festa ci deve servire e che non dobbiamo essere noi a servirla. Questa capacità di ripresa salva Dedalus che comincia a mostrare una preoccupante immaturità, già comunque rivelatasi la mattina in spiaggia.
Bloom fa il suo dovere panico e porta consapevolezza.
A se stesso e gli altri.

giovedì 11 giugno 2009

Ulisse di Joyce - quattordicesimo episodio - "le mandrie del sole"

Bloom e Dedalus si incontrano finalmente in un ospedale, al momento di una nascita. Si è molto parlato e scritto di questo episodio, come al solito, per i tanti spunti offerti da Joyce.
La cosa più evidente è la volonta di affermazione per molti di questi personaggi, a cui viene negata questa possibilità, per una sorta di immaturità, come se questi personaggi non fossero ancora nati a se stessi.
Vediamo ancora Mulligan, il finto amico di Dedalus, che quasi sogna di essere il padrone di un omphalos...ma anche lo stesso Dedalus che parla di scrivere la grande opera.
Aldilà del gioco che può voler dire realizzare la grande opera, va forse detto che qui Joyce non prefigura tanto l'Ulisse quanto il "Finnegan's wake", il libro dove la lingua puramente sonora trionfa. In questo senso Joyce sente di essere ancora un ragazzino, rispetto già ai virtuosismi che sta esprimendo, per il compito che vuole raggiungere.
Ricreare la lingua degli uccelli.
Un' ultima annotazione sull'apparizione di Lilith di cui abbiamo parlato nel secondo dei nostri frammenti della casa di luce.

mercoledì 10 giugno 2009

Ulisse di Joyce - tredicesimo episodio - "Nausicaa"

Ancora sulla spiaggia...dove tutto è collegato, finalmente si dice, si scrive. Dove Bloom sempre piu' si prefigura davvero come la figura in nero, tutta sensuale, ma non feconda.
Non scopa ma vede nella donna qualcosa di misterioso.
Sempre piu' Pan (qualcosa di simile la scrisse Hillman, cercate). Questo al momento è un momento di crisi, qui sulla spiaggia. Forse l'unico limite del bellissimo episodio.
Collegare la sua figura e quella di Dedalus attraverso questo accorgimento. Entrambi capiscono che sono figure che hanno ancora qualcosa da fare, ma non così, sulla spiaggia.
L'esplosione di fuochi d'artificio piu' che un discorso sugli amanti (che al limite...) è proprio il temporale mancato. Di solito quando qualcosa di così liberatorio si scatena (qui addirittura colorato, orientale...Bloom cazzo guarda bene!) è per far capire che è ora di qualcosa di diverso, di nuovi incontri, nuove persone con cui rapportarsi.
Ma almomento Bloom, dopo la bella uscita nel pub, non capisce...


martedì 9 giugno 2009

Ulisse di Joyce - dodicesimo episodio - "Il Ciclope"

In questo dodicesimo episodio si comincia a vedere, dal punto di vista letterario, il cambiamento dell'Ulisse,dunque sempre piu' scatenato dal punto di vista formale. Questo non deve trarre in inganno.
Non si tratta di vedere i giochi ad incastro tipo cut up (poi sviluppati da Burroughs, gran fan di Joyce) o meglio ancora "le dritte esoteriche" come la citazione di S. Paolo, poi amplificata da Philip K. Dick, nel romanzo "Un oscuro scrutare".
Questo in realtà è l'episodio dove Bloom tira fuori tutto il suo coraggio... questo coraggio lo ritrova per indefinibli flussi del destino (la già citata scommessa inesistente su un cavallo)più per dei formalismi.
Diciamo che Bloom diventa un centro di raccolta tanto degli stili quanto delle persone.
Un centro di raccolta non un capo!
Insomma grazie a un piccolo sacrificio (la fuga) ecco che qualcosa si muove.
E tutto questo grazie a lui!
Il piu' bello quindi degli episodi finora esplorati.



lunedì 8 giugno 2009

Ulisse di Joyce - undicesimo episodio - "Le sirene"

C'è musica dappertutto.
Quindi la matematica è dappertutto. Tutto è regolato da un equilibrio super fluido che ha le sue regole forti.
Arrivato all'episodio delle sirene, Joyce fa un discorso super filosofico giocando con la baldoria e le canzonette.
Bloom si profila sempre di piu' come una figura mitica, "il viandante in nero" (quasi alla Pan), una sorta di messaggero di sua moglie che, sintetizzando le sue qualità sensuali e canterine, avrà il suo giusto trionfo nel finale, con il monologo che adesso si prefigura come una sorta di Canto di Semiramide.
La grande donna che ha le chiavi di strani misteri come quello del rapporto tra laringe e sesso.
Poi si gioca ancora con la numerologia e con i rimandi. Qui è Simon Dedalus, il padre di Sthepen, a far brillare le sue qualità che fanno viaggiare la mente di Bloom. Bloom continua a sciprire coincidenze legate alla sua passione d'amore ma non alla sua soluzione.
E' quindi con un solo occhio aperto e infatti il prossimo episodio è...




domenica 7 giugno 2009

Ulisse di Joyce - decimo episodio - "Le simplegadi"

Qui forse abbiamo un episodio "frattalico" dell'Ulisse.
Insomma 18 capitoletti, quasi una sintesi dei diciotto episodi di cui è costituito il libro stesso. Una sorta di ronde pazzesca dove vediamo molti dei personaggi che già abbiamo incontrato negli episodi precedenti.
In questo modo si chiariscono alcuni temi cari a Joyce, come il comportamento da sonno profondo, quasi robotico di molte persone e come questo sonno profondo venga spezzato dalla sincronicità, dal caso e...
Dedalus ancora non lo sa ma continua a sfiorare Bloom e lo stesso vale per questo viandante che si sta rivelando sempre piu' trasparente (i cinque scellini dati per il funerale di Dignam), al contrario di Mulligan, quello che dovrebbe essere il compagnone di Dedalus e che invece ha tutt'altro per la testa (e il cuore).
E' difficile a volte riconoscere i nostri veri fratelli di viaggio proprio a causa di alcuni pregiudizi che covano in noi e che ci impediscono di cogliere il flusso della vita in continua trasformazione.
La forza di Bloom che si sta mano a mano rivelando e che penetra nel lettore non sta solo in questa sorta di ansia carnale che prova per sua moglie (praticamente desiderata da mezza città), ma in qualcosa di intermittente che alberga in lui, di curiosità, che non viene mostrata, urlata, quasi un contraltare a quella di Dedalus (viene infatti ricordato lo show in biblioteca dell'episodio precedente). Questa sorta di segnale lontano continua a mandare messaggi verso un prossimo che ancora non conosce o comunque non conosce nella sua verità piu' grande.
L'incontro con l'altro è vicino.


sabato 6 giugno 2009

Ulisse di Joyce - nono episodio - Scilla e Cariddi

Le strade maestre sono monotone ma portano alla città.
Forse su questa bella frase possiamo incentrare il discorso su questo nuovo episodio dell'Ulisse, a mio parere parzialmente incompreso.
Viene visto come un episodio dove Joyce si scatena molto perchè siamo in biblioteca e si parla di Amleto. Insomma per uno come lui che ha una cultura enciclopedica un'occasione per torturare e non far godere.
Questo perchè quando il saggio indica la luna l'idiota guarda il dito.
In realtà è un episodio dove si parla di passione e di come le passioni ci trascinano, facendo in modo da non essere capiti dagli altri .
Questo ci fa stare come in un gorgo, travolti dalle furie. Questo soprattutto quando si ha qualcosa in mano e si vorrebbe incidere sulla comunità.
Guardateli i protagonisti travolti dalla passione letteraria (anche le parole sono materia!) come vorrebbero scavare nella vita degli altri e tirare conclusioni o vaticini.
Al contrario placare le passioni (io sono il burro del sacrificio) porta a qualcosa. E poi lo sberleffo verso il materialismo dell'intelletto. se non si capisce dove Shakespeare sta in Amleto, davvero noi sappiamo dov'è Joyce nell'Ulisse? Forse come quei pittori italiani lui non è tra i protagonisti, ma è in un pub o tra la folla a sorridere...da segnalare ancora uno dei nostri frammenti dove appunto si discute di Amleto.



venerdì 5 giugno 2009

Ulisse di Joyce - ottavo episodio - "I Lestrigoni"

All'ora di pranzo la comunità di Dublino si presenta sempre piu' frantumata...infatti non si conosce il singolo.
Andiamo per ordine.
Forse la frase cardine di questo episodio è quella sul futuro che proietta la sua ombra davanti a sè. Bloom passeggia alla ricerca di un buon posto dove mangiare (non troppo, ha fatto una buona colazione) e l'ombra di Molly, la passione che prova per lei (rievoca il loro primo amplesso) e la gelosia (alla fine incrocia il suo rivale ma lo evita) sono come un rumore di fondo costante che non lo abbandona mai.
In tutto questo quando Bloom trova il locale giusto, peggiora il suo futuro, secondo lo schema che una palla di neve diventa una valanga.
Infatti si amplifica il piccolo equivoco del quinto episodio (sulla corsa dei cavalli) anche grazie al semplice gesto di saluto che Bloom stesso fa ad alcuni avventori che hanno parlato di lui, deformandone la figura (si veda l'equivoco sul vestito nero).
Insomma quando una comunità (tanto la famiglia che la città stessa) non ha un rapporto sereno col femminile sembra che la coerenza vada persa e con essa una certa sicurezza per affrontare i propri fantasmi.
Bloom comunque non potrà evitare questo confronto serio con se stesso e gli altri per molto altro tempo.

giovedì 4 giugno 2009

Ulisse di Joyce - settimo episodio - "Eolo"

Questo è l'episodio dove in un certo senso Joyce prefigura la Teoria del Caos.
Chi conosce il paradosso della farfalla sa come va a finire: un battito d'ali di una farfalla a Pechino, scatena un temporale a New Jork.
Qui si parla della fiamma di un fiammifero.
La contro cultura ama moltissimo Joyce per cose di questo tipo e infatti Terence McKenna omaggerà Joyce in "Vere allucinazioni", proprio con un episodio simile, quando una canna molto psicadelica farà alzare un banco di nebbia in piena Amazzonia.
E' anche l'episodio dove si parla della Blavatsky e dell'Akasha. Oltre a queste curiosità, l'episodio, davvero scatenato, ci mostra altre cose. Ci fa capire come a volte le persone non sanno chi seguono.
Chi segue chi?
A volte se lo chiede anche il re quando il suo ruolo non è ben compreso o quando le nostre idee sull'umanità non si riflettono nel rapporto col singolo.
Invece di seguire la propria via ecco che si pensa alle convenienze del momento. Questo produce un andazzo davvero mediocre perchè manchiamo di un vero centro e veniamo continuamente deformati dagli eventi.


Video sull'Effetto Farfalla:

mercoledì 3 giugno 2009

Ulisse di Joyce - sesto episodio - "Ade"

La sgroppata nella carrozza verso un cimitero come metafora nell'esistenza.
Sembra un'osservazione un pò peregrina, in realtà la grandezza di Joyce sta nel non fartelo accorgere...subito.
All'inizio sembra quasi una prosecuzione dei primi episodi in cui è protagonista Bloom (infatti i primi due "suonano" simili). In realtà qui il cambio di tono è evidente.
Qui è molto forte, preciso, il parallelo con il testo di Omero. In pratica un lettore di oggi può capire il viaggio verso la morte piu' in questo modo che in quello di Omero.
Viene subito da pensare se John Ford nel girare "Ombre rosse" abbia pensato a questo episodio del romanzo.
Perchè funziona alla grande come metafora?
Il dialogo e l'andamento tutto è vivacissimo...brillante e solo quando siamo al cimitero, verso la fine dell'episodio Bloom medita sulla morte.
In realtà la cosa funziona perchè Bloom è in carrozza con persone che non lo riguardano. Lui vede Dedalus da dentro e lo riferisce al padre dello stesso che però non riesce a vederlo...quante volte abbiamo fatto un pezzo di strada insieme a persone che non ci riguardano, mentre,fuori, gli altri, quelli che davvero ci interessano, al momento, sono solo comparse?
Contemporaneamente Bloom viene insultato da alcune di queste persone, però lui non fa polemiche, pur nel sonno profondo, conserva questo gusto per la vita davvero vivace. Anche se , come già visto, ancora non concretizza.
Proprio perchè con le persone sbagliate. E' questo doppio registro, di fronte alla morte, che poi servirà dopo a Bloom stesso, quando incontrerà Dedalus.

Montaggio di Stagecoach(1939):

martedì 2 giugno 2009

Ulisse di Joyce - quinto episodio - "I lotofagi"

Proseguendo in parte gli assunti del quarto episodio, Joyce qui ci mostra attraverso la figura di Bloom nell'esplorazione dell'uomo immerso in una sorta di sonno profondo.
Come abbiamo già scritto, la perizia di Joyce ci permette di vedere le cose da una certa altezza, in qualunque situazione ci troviamo come lettori.
Non importa se guerrieri o impiegati di banca. Qualunque sia il ceto o il luogo dove ci troviamo, qui la penna è usata come una spada e tocca tutti.
Esplode in questo episodio l'ignoranza del modo in cui l'uomo immerso nel sonno capta nella propria coscienza L'ORIENTE.
Non la contemplazione ma la sensualità. Per tutta la durata dell'episodio, Bloom sente questa sorta di fascinazione per i paesi lontani, orientali, per il dolce far niente, come una chiave per l'accesso a dei piaceri che qui gli sono negati piuttosto che per la contemplazione. Infatti l'episodio culmina in una sorta di ghigno, di piacere per la propria impotenza anche sessuale. Un timore molto forte per il femminile, un desiderio davvero pressante di tener lontana qualunque vera AVVENTURA.
Questo rifiuto paradossalmente lo porta al pericolo, grazie ad un lapsus, una disattenzione (una tra le mille che affliggono Boom) che avrà delle conseguenze in uno dei prossimi episodi.

lunedì 1 giugno 2009

Ulisse - quarto episodio - "Calipso"

Entra in campo Mr Bloom e Joyce compie un'operazione audace e singolare.
A mio parere è questo il primo episodio dove l'ulisse joyciano entra nel novero della super letteratura.
Non tanto perchè l'azione torna indietro alle otto del mattino, in parallelo quindi col primo episodio, dov'è protagonista Dedalus o per alcune notazioni del personaggio di Bloom, come quella molto incestuosa di gloriarsi del fatto che sua figlia è sempre stata una puttanella...quelle sono tutte chiacchere per turisti.
Qui chi agisce e pensa in primo piano non è un artista giovane momentaneamente in crisi, ma una persona media vista sotto ogni dettaglio persino quando si trova al cesso. Quest'attenzione per il personaggio si ritrova anche in Sade (capace persino di descrivere i genitali dei suoi eroi). Il punto forte è questa capacità di uno scrittore in esilio di tratteggiare anche una persona comune come dal punto di vista di una spia o di una persona in pericolo, riuscendo così ad allargare la visione di chi legge.
In questo modo chiunque legga, fosse anche un super tranquillo si ritrova come dall'alto di un monte.
Diceva infatti Raoul Vaneigem che in questo libro si dimostra che rivoluzioni e controrivoluzioni si succedono nell'arco delle 24 ore di chiunque.
Questo episodio ne è la conferma.