domenica 7 giugno 2009

Ulisse di Joyce - decimo episodio - "Le simplegadi"

Qui forse abbiamo un episodio "frattalico" dell'Ulisse.
Insomma 18 capitoletti, quasi una sintesi dei diciotto episodi di cui è costituito il libro stesso. Una sorta di ronde pazzesca dove vediamo molti dei personaggi che già abbiamo incontrato negli episodi precedenti.
In questo modo si chiariscono alcuni temi cari a Joyce, come il comportamento da sonno profondo, quasi robotico di molte persone e come questo sonno profondo venga spezzato dalla sincronicità, dal caso e...
Dedalus ancora non lo sa ma continua a sfiorare Bloom e lo stesso vale per questo viandante che si sta rivelando sempre piu' trasparente (i cinque scellini dati per il funerale di Dignam), al contrario di Mulligan, quello che dovrebbe essere il compagnone di Dedalus e che invece ha tutt'altro per la testa (e il cuore).
E' difficile a volte riconoscere i nostri veri fratelli di viaggio proprio a causa di alcuni pregiudizi che covano in noi e che ci impediscono di cogliere il flusso della vita in continua trasformazione.
La forza di Bloom che si sta mano a mano rivelando e che penetra nel lettore non sta solo in questa sorta di ansia carnale che prova per sua moglie (praticamente desiderata da mezza città), ma in qualcosa di intermittente che alberga in lui, di curiosità, che non viene mostrata, urlata, quasi un contraltare a quella di Dedalus (viene infatti ricordato lo show in biblioteca dell'episodio precedente). Questa sorta di segnale lontano continua a mandare messaggi verso un prossimo che ancora non conosce o comunque non conosce nella sua verità piu' grande.
L'incontro con l'altro è vicino.


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