domenica 14 giugno 2009

Ulisse di Joyce - diciassettesimo episodio - "Itaca"

Capita a volte, a fine giornata,di fare un bilancio delle ore appena trascorse.
Si cerca di capire se si è vissuto bene. Ovviamente il bilancio non va fatto in modo arido...per un semplice motivo: non ci conosciamo davvero e spesse volte uno realizza quello che ha fatto molto tempo dopo, passata la tempesta emotiva e con il tempo che ha fatto il suo porco lavoro.
A prima vista lo stile di Joyce in questo episodio è davvero arido e poco rispettoso nei confronti degli stessi personaggi. Persino le notazioni (ora poetiche ora porno umoristiche) sembrano appese sulla pagina.
Però, andando a riguardare, si capisce che solo scrivendo in questo modo si può difendere una persona. Per quanto uno possa essere preciso, pedante e in alcuni momenti davvero fuori squadra con tutte quelle descrizioni scientifiche, ecco che la verità salta fuori: non possiamo capire noi stessi e gli altri così facilmente. La scienza, il razionale poco possono di fronte al mistero dell'uomo. Lo stesso Bloom è un mistero ai suoi stessi occhi e davvero non si capisce come Dedalus possa rifiutare la richiesta di ospitalità di Bloom.
Tutto sembra così a posto, così giusto, eppure ecco che non si arriva a niente, se non a una bella visione del cielo stellato, quasi un frutteto dell'età dell'oro.
Non resta altro da fare che lasciare spazio alla donna, al vero mistero, a qualcosa che sembra appartenere solo alla luna e alla notte, all'acqua e al sogno.
Il prossimo, quindi, è lo stupendo episodio di Molly Bloom.

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