venerdì 31 luglio 2009

Moby Dick (11-15)

E' il personaggio di Quiqueg a tenere banco, adesso.
La sua storia, quella di un guerriero ora re ora sacerdote fa in modo che Moby Dick comincia prendere aria, diventando così un romanzo "caldo", dove l'avventura è di casa.
Chissà che impressione fece ai lettori italiani questa svolta quando il romanzo fu pubblicato per la prima volta...
Quello che è certo è che Melville lavora ai fianchi del lettore per far si che non sia mai sicuro di nulla in modo che sia ogni volta costretto a rivedere la propria prospettiva. Quiqueg è una sorta di extraterrestre che cala sulla Terra chiedendosi ogni volta: perchè?
Lo stesso Ismaele se ne rende conto e si mette da parte, acquista distacco (lui all'inizio così musone) e vede meglio. Ascende. Non solo, si mette d'accordo con Quiqueg, per andare insieme verso l'ignoto, diventare cacciatore di balene, dopo essere stato un semplice marinaio mercantile. In questo modo Ismaele smette di guardare con i paraocchi e comincia a lavorare per la scoperta della verità su se stesso (Moby Dick è un vero giallo metafisico dove il colpevole è il lettore). Questa cosa funziona a specchio, perche anche lo stesso Quiqueg è in viaggio per questo motivo (non è insomma un maestro).

giovedì 30 luglio 2009

Moby Dick (6-10)

Questo tema viene ripreso da Melville e sviluppato nelle pagine successive, con la storia di Giona, raccontata, in modo umoristico e profondo allo stesso tempo, da Padre Mapple.
Giona è un gran testo che è stato scandagliato in tutti i modi.
Qui Ismaele ha modo di risentirla e farla sua, ancora una volta, insieme ad altri fedeli.
E' quel modo di unire i cuori di cui parlavamo nel post precedente. E a tutti questi cuori che si ritrovano uniti nel dolore e nella morte, Padre Mapple con sagacia li porta alla gioia con una riflessione semplice semplice:chi si allontana dalla strada della ragione trova spine lungo il cammino...
e nel momento in cui non si riprende il cammino della propria via, anzi, si affronta il pericolo con faccia tosta, come se non ci riguardasse, come se il lavoro su noi stessi non toccasse a noi e solo a noi, ecco che siamo inghiottiti in abissi profondi dove abbiamo occasione di prendere coscienza di chi siamo davvero.
Ismaele capisce la lezione e sempre sotto il segno dello humor decide di aprirsi a colui che, per uno scherzo,lo aveva terrorizzato la notte precedente.

mercoledì 29 luglio 2009

Moby Dick (1-5)

Comincia in una fredda notte, Moby Dick.
Una di quelle notti che gela tutto, dove le taverne piu' povere non hanno fuoco per riscaldare gli avventori.
Eccolo Ismaele, con i piedi gelati, senza soldi, che mangia gnocchi e divide il letto con un ramponiere che è tutto un programma...
Acqua e meditazione vanno insieme, dice Ismaele.
Come far sorgere nei cuori delle persone, emozioni comuni che possono unire anzichè dividere?
Come si supera l'irrigidimento?
L'egoismo, l'isolamento sono cose come il freddo, che tendono a isolare gli uomini. Va ricordato che su una nave che va per il mare tutti i marinai devono unirsi per il lavoro in comune. E Ismaele è un marinaio non un viaggiatore o un capitano.
Viaggi che durano a lungo, seguendo il flusso del tempo, verso una meta comune. In tutto questo sorge la prima domanda: Ismaele si prende davvero cura di se stesso?
Lui così a contatto con la natura segue i cicli cosmici?

sabato 25 luglio 2009

Iconostasi di Florenskij - conclusione

Centrale in questo ultimo blocco del saggio di Florenskij è la lettera agli Efesini.
Solo lo spirito è in grado di cambiare il mondo.
La Terra allora è partecipe della forza creatrice del Cielo e quindi plasma e realizza gli esseri viventi.
Allora cos'è davvero l'Etica?
Quando si scopre in altri qualcosa di buono bisogna imitarlo e così si assimila tutto quello che di buono vi è sulla Terra.
Mentre se si scopre qualcosa di male in se stessi bisogna disfarsene. Questo comporta un'apertura della persona. Tale apertura fa sì che la cosa ambita arrivi da sè per necessità della legge naturale.
Se tutto questo viene fatto in piena armonia con le leggi del cosmo (che l'autore di Icone deve conoscere alla grande), niente può ostacolarlo. Questo ovviamente non deve capovolgersi in presunzione perchè si è stati fortunati. Solo in questo modo quello che l'artista ha realizzato acquista un reale significato agli OCCHI di Dio e del mondo. Un'altra caratteristica dell'artista è che tutto questo lavoro non venga fatto sulla base di calcoli opportunistici ma in virtu' di una salda necessità interiore.

venerdì 24 luglio 2009

Iconostasi di Florenskij - cinque

La grandezza di quello che l'artista crea deve essere bilanciato dalla giustizia. Cioè l'artista non deve mai smettere di chiedersi: "E' giusto quello che faccio?"
Anche quando lavora su un' icona che quasi di natura è diretta verso la grandezza.
Insomma la giustizia non deve degenerare in violenza.
Nell'arte questo è visibile quando l'artista non smette di ripetere:"Io...io...io", soprattutto quando l'artista vive in un tempo dove tutto sembra suggerire una possibile libertà o assenza di regole. In realtà bisogna ritrovare ogni volta l'armonia col cosmo.
Non solo con la parte visibile di esso, ma , soprattutto con quella piu' potente di esso, cioò quella invisibile.
Di qui anche l'indicazione che non solo la potenza ma anche la gioia non deve oltrepassare la misura(vedi quello che Florenskij dice su oro e vesti).
Per finire. solo chi si mantiene aperto, umile, attento ai suggerimenti (l'icona è opera collettiva, sempre) non finirà isolato dal contesto umano.

giovedì 23 luglio 2009

Iconostasi di Florenskij - quattro

Bisogna quindi essere come il sole a mezzogiorno, illuminando ogni cosa sotto il cielo. Chiarezza e movimento devono essere uniti come due fratelli in una sola mano. Solo in questo modo si può creare un'opera che segni in modo duraturo l'epoca in cui si vive (e magari anche le successive...).
Queste due qualità le ritroviamo nella mano dell'artista che gioca con la superficie su cui deve lavorare.
Florenskij addirittura ci spinge a ragionare sulle stranezze di un'espressione come "stampare su carta".
Bisogna quindi comprendere quali sono LE ESIGENZE DEL TEMPO IN CUI VIVIAMO e agire di conseguenza. L'artista deve considerare il suo dovere piu' da vicino e direttamente di quanto facciano gli altri uomini a che se a causa di ciò il suo comportamento potrà sembrare meschino. Al contrario se non si vuole scadere nel servilismo deve capire quali sono i rapporti in gioco. Per questo bisogna guardare alla tradizione e prestare attenzione anche al piu' stupido dei dettagli. Volendo giocare già qui, si potrebbe dire che varrebbe la pena proiettare uno degli ultimi Straub (da "Sicilia" in poi, ad esempio) piu' sulle pareti di uno quei duomi austeri piuttosto che nelle sale e gli hard piu' scarsi, magari girati in un alberghetto in un paio d'ore, su un lenzuolo appeso al vento con un paio di mollette. Questo già sarebbe coerenza...

mercoledì 22 luglio 2009

Iconostasi di Florenskij - tre

Ma su quali basi si arriva a intravedere la "verità"?
Com'è possibile, insomma, che l'arte sia lo splendore del vero?
Riuscire a contemplare il senso divino del divenire cosmico dona a colui che è chiamato a influire sugli uomini i mezzi per esercitare gli stessi effetti. Per questo vi deve essere rigore nella vita del pittore di Icone.
Perchè le sue opere hanno influenza su chi le contempla. Aprire una finestra del genere è in un certo senso compito di tutti gli artisti e delle loro opere. Tanto piu' è confusa la loro visione, tanto piu' vi sara confusione in chi osserva la loro opera.
Riuscire a scorgere le misteriose leggi della vita e renderle operanti nel proprio cuore. E da lì farle sgorgare anche nel cuore del piu' piccolo degli uomini. Tale è la forza di una vera opera d'arte. Occorre quindi rivolgersi a un maestro. Ammettere l'iniziale inesperienza è un buon inizio. Ovviamente questa disciplina non deve essere durissima per non rovesciarsi nel suo opposto. Si tratta di lavorare sulla propria forza interiore piuttosto che buttarsi a corpo morto sulle cose. Le regole di ciò sono state dette una sola volta tanto tempo fa.

martedì 21 luglio 2009

Iconostasi di Florenskij - due

E così Florenskij insiste. Tutti gli esseri hanno bisogno di essere nutriti dall'alto.
Bisogna saper aspettare.
Bisogna affrontare la scala di Giacobbe.
Questa scala si può visualizzare dalla visione a strati dell'edificio della chiesa stessa. Ecco che l'altare è il luogo dell'invisibile da cui proviene la luce.
Ecco i testimoni di tutto ciò: gli angeli e i santi. Testimoni che come "una nebbia" possono preannunciare la pioggia divina.
Ora questa attesa dell'uomo non è un vano sperare. Bisogna avere la certezza interiore di poter vedere la luce.
Per prima cosa bisogna affrontare i pericoli. Ma quali sono questi pericoli? I pericoli sono dati dal fatto che il nostro sguardo resti offuscato.
Lo sguardo è offuscato perchè ha timore di non poter vedere il cuore stesso delle cose. Non si è sinceri. Si mente a se stessi. Mentendo a se stessi si aprono le porte al male. Ma se si guardano le cose per come sono, senza inganni o illusioni, DA QUALUNQUE AVVENIMENTO nasce la luce che indica la via per riuscire. E così l'icona è una finestra da cui vedere questa luce.

lunedì 20 luglio 2009

Iconostasi di Florenskij - uno

Come comincia Iconostasi?
La natura di fronte lo spirito. Lo spazio di fronte al tempo.
Persino nel singolo uomo questa dualità è presente nel coesistere dello spirituale e del sensibile.
Se la natura perde la sua qualità di dedizione allo spirito tutto va in rovina.
Florenskij subito lavora su questo.
"Dio creò il Cielo e la Terra"(Gn 1,1). Ci ricorda che "nel nostro intimo viviamo alternativamente nel mondo visibile e in quello invisibile".
L'uomo è parte di entrambi.
E' il mediatore tra Cielo e Terra. Bisogna ricordare che la Natura può realizzare gli stimoli dello Spirito proprio perchè è pari ad esso.
Due gradazioni della stessa cosa.
Florenskij scrive che la persona veramente alta si lascia guidare con dedizione dal destino. Così la conquista spirituale si incarna in immagini simboliche, le stesse che rafforzatesi fanno l'opera d'arte.
Così l'arte è un sogno che ha preso corpo.

domenica 12 luglio 2009

I Tarocchi - arcani maggiori - "Il Mondo"


Eccolo l'incontro col divino.
Il matto ha viaggiato e ha riscoperto il suo rapporto col divino.
E' qualcosa di molto forte.
Diciamo che è come una sorgente fosse salita su su fino a sbocciare oltre il nostro cranio.
Di questa scoperta bisogna far partecipe tutti e non rinchiudersi
Ecco cosa dice il Cantico dei Cantici...
"Ho detto:"salirò sulla palma
coglierò i grappoli di datteri;
mi siano i tuoi seni come grappoli d'uva
e il profumo del tuo respiro come di pomi".
Il tuo palato è come vino squisito...
come un nastro di porpora le tue labbra
e la tua bocca soffusa di grazia.
Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa,
c'è miele e latte sotto la tua lingua."
La scoperta di noi stessi non può che essere una festa!

sabato 11 luglio 2009

I Tarocchi - arcani maggiori - "Il Giudizio"


Eccoci fin dentro il cranio del matto.
Il matto è riuscito a spogliarsi di tutto e diminuendo il suo ego ecco che incontra qualcosa che non aveva previsto.
Abbiamo già parlato altre volte di questa cosa, di questa legge, di questo meccanismo che a prima vista sembra assolutamente folle.
La persona non ha paura della morte.
Ha paura della solitudine e di fare questo viaggio da sola. Eppure affrontando questo viaggio scopre qualcosa che non aveva immaginato.
Qualcosa che a prima vista generava diffidenza.
Diffidenza perchè per prima cosa non ci si conosce davvero.
Solo chi è assolutamente sicuro di sè non può intraprendere il viaggio del matto, questo viaggio che termina nella fuori uscita dal cranio stesso, la matrice che è un incredibile mosaico di ossa. Così si scopre che non si è mai stati soli.
E che chi ci ama non era chi immaginavamo...

venerdì 10 luglio 2009

I tarocchi - arcani maggiori - "Il sole"


Eccoci giunti al cuore del cielo. Per meglio dire, visto il viaggio che stiamo facendo, al centro della persona.
Questo arcano, in questo blog, è stato già un pò trattato visto che sia in "El Duende" (dove si parlava della setta del LOTO ROSSO) che ne "Il cuore del cielo" (dove per l'appunto tutta la storia era in un certo senso concentrata in questa carta)...
adesso bisogna trattarlo secondo l'ottica di questo viaggio e quindi esplorare alcuni aspetti del cuore umano.
Aprire il proprio cuore vuol dire essere disposti ad ascoltare la parte piu' nobile di se stessi. Il cuore è come un centro, un vaso dove tutto deve confluire.
Si dice che lo stolto è tale perchè ha il cuore come un vaso rotto.
Ogni qual volta il matto parte con un progetto ecco che è al cuore che deve rivolgersi.
E ogni volta che siamo coinvolti in qualcosa dobbiamo chiederci non cosa ci guadagniamo ma chi sia o cosa sia il cuore del tutto.
E se questa cosa è senza cuore tanto vale abbandonarla.

giovedì 9 luglio 2009

I tarocchi - arcani maggiori - "La Luna"


Ecco la luna che va di ciclo in ciclo...
proprio questo ci ricorda, per prima cosa, questo arcano. Ogni cosa su questa terra attraversa un ciclo che è un passaggio da uno stato all'altro.
E' come una sorta di legge evidente, perchè ci permette di lavorare sul nostro passato. Nel momento in cui afferriamo questo modo di trasformarsi delle cose, ecco che comprendiamo i cicli della vita ed essi non ci fanno piu' paura.
I polmoni ci ricordano questa cosa. Questa sorta di foresta viva ci ricorda che esiste un flusso che è il flusso divino.
Il grande respiro che tramuta ogni cosa.
Come un vento che soffia e che muta e ogni cosa non è mai uguale a sè stessa.
Com'è il vostro respiro?
Va ricordato che tra un inspirazione e una espirazione vi è una pausa.
Una sorta di momento di silenzio.
Prima che il flusso continui.

mercoledì 8 luglio 2009

I tarocchi - arcani maggiori - "La Stella"


Una delle cose che si sono perse nel tempo è il conoscere le motivazioni profonde di alcuni gesti, che, visti dal lontano passato, assumono un significato ambiguo o ridicolo.
Perchè per esempio i pirati portavano gli orecchini?
Oppure quale collegamento vi può essere tra movimenti come il '68 e la scelta, quasi liberatoria, per alcuni ragazzi, vero e proprio scontro con la famiglia, di portare l'orecchino?
Spesse volte si dice: la moda oppure erano froci...battute così.
In realtà l'orecchio ha molto da dirci lungo il cammino del matto all'interno del suo corpo. L'orecchio, come ci indica il tarocco della Stella, è come una sorte di fonte feconda.
Avere capacità di ascolto, sapersi sintonizzare su vibrazioni davvero sottili è indice che il percorso del matto ha preso decisamente la via della verticalizzazione.
L'orecchio poi è un punto forte per l'agopuntura (chiedete sempre a un bravo agopuntore se è il caso di farsi l'orecchino), perchè da lì si arriva a tutto il corpo umano.
Così si arriva a un punto in cui l'ascolto dell'altro è così raffinato, sottile che ci porta a evidenziare ancora di piu' le nostre potenzialità, ancora sepolte nel nostro mondo interiore.

martedì 7 luglio 2009

I Tarocchi - arcani maggiori - "La Torre"


Siamo arrivati a una dimensione piu' alta dell'essere.
Ci accingiamo a incontrare l'indicibile.
La torre si collega molto al diavolo della carta precedente perchè siamo ancora nella testa. Questa volta dopo il naso tocca a denti e saliva.
Non sembri troppo peregrino questo concentrarsi sulla nostra testa. la testa riunisce in un certo senso tutto il corpo come una sorta di mappa.
In piu' la saliva a prima vista così umile ha una lunga storia...nella meditazione per esempio vi sono delle tecniche che riguardano proprio l'inghiottire saliva.
Oltre all'energia dell'eros, poi in una persona va vista quella relativa del nutrimento.
Come ci nutriamo?
Come sciogliamo i cibi nella nostra bocca? I gesti della vita quotidiana così come un pò tutto il nostro corpo ha un'immensa forza simbolica oltre che un riscontro nel reale, nel pratico. decidere quali cibi inghiottire, come farli digerire dal nostro corpo e usare la saliva per realizzare questi legami evidentemente ci dice qualcosa.
E poi Gesu' non l'ha forse usata per guarire qualcuno?

lunedì 6 luglio 2009

I Tarocchi - arcani maggiori - "Il Diavolo"


Per certi versi qui parliamo di meditazione.
Per meglio dire di qualcosa che è penetrante e va lontano durante la meditazione.
Diciamo che parliamo del nostro naso.
Nella vita di oggi l'olfatto in un certo senso è andato a farsi benedire.
Molti sociologi affermano che l'olfatto non ha piu' molta importanza nelle nostre vite perchè non andiamo a caccia.
Mi si permetta di dissentire.
L'olfatto ha perso importanza perchè la nostra vita manca di eros. Se andiamo a leggere "Il Cantico dei Cantici" noteremo subito le innumerevoli affermazioni riguardo al legame tra eros ed olfatto.
Il naso è legato sia all'eros che all'intuizione, quindi a passaggi elevati della condizione umana. Per questo prima ho parlato di meditazione.
Quando la nostra meditazione comincia ad essere importante ecco che il respiro si fa profondo, i demoni vengono dissolti e il nostro odore acquista caratteristiche che nella nostra cultura riecheggia "L'Odore dei Santi".

sabato 4 luglio 2009

I tarocchi - arcani maggiori - "la Temperanza"


Ecco che a questo punto al matto succede qualcosa.
A furia di lavorare sulla sua vita interiore ecco che si accumulano dei progressi.
Questi progressi traboccano all'esterno.
Questi progressi lo mettono in condizione di elevarsi.
Si apre qualcosa.
E' ancora una volta l'inizio di qualcosa questa apertura.
Inizia una nuova tappa della sua evoluzione.
E' qualcosa che agisce sulle clavicole.
Vi è come un coronamento, in cui l'esterno e l'interno vengono integrati. E' come aver raggiunto un passaggio che permette di poter "giocare" (nel migliore dei modi) con delle forze che vengono constantemente bilanciate.
Questo poter giocare è di tutti.
L'importante è fare il lavoro.
Un lavoro che porta ad elevate dimensioni nuove.

venerdì 3 luglio 2009

I tarocchi - arcani maggiori - "Il senza nome"


Si passa dalla ricerca esteriore a quella interiore...questo succede a un certo momento della nostra vita.

Dopo aver fatto tanti viaggi, ecco che comincia quello interiore.

Quindi oltre al passaggio dall'avere all'essere ecco quello dall'esterno all'interno.

IL tarocco numero tredici secondo lettori molto avveduti come Jodorowsky si chiama "il senza nome" piuttosto che la morte, che è un pò fuorviante come termine.

Segno forte di questa nuova fase della vita è la colonna vertebrale. La colonna vertebrale è la nostra "colonna."

Nel senso che se la nostra colonna non è ben dritta siamo in un certo senso nei guai. Quando si fa meditazione la colonna vertebrale deve essere ben dritta.

Solo in questo modo noi riusciamo ad elevarci e ad avere uno sguardo dall'alto, profondo su ogni aspetto della vita che fino a questo momento abbiamo vissuto. Questo sguardo è necessario perchè se noi sappiamo vedere la nostra vita nei suoi aspetti più nascosti possiamo andare avanti nel nostro viaggio.

giovedì 2 luglio 2009

I Tarocchi - arcani maggiori - "L'Impiccato"


Nel momento in cui si passa dall'avere all'essere, in cui vi è questo passaggio nella vita interiore di una persona, ecco che vi è una crisi.

Questa crisi è dovuta al fatto che bisogna sciogliere vecchi conflitti e attaccamenti.

L'impiccato evoca un tuffo in acque profonde.

Sono quelle acque che ci purificano.

Qualcosa che raffina la nostra carne.

In questo caso la parte del corpo che si presta meglio a queste riflessioni è il pancreas. Pancreas vuol dire ogni carne.

Rapporto strano quello che noi occidentali abbiamo con la carne.

Carne non è solo le guance o una mano.

Carne è quello che riguarda tutta la persona dal punto di vista psicofisico.

Il pancreas ci "permette" di lavorare su ogni aspetto della nostra carne.

Sciogliere tutti i legami fissi, il vecchio.

Questo è l'impiccato.

mercoledì 1 luglio 2009

I tarocchi - arcani maggiori - "la forza"


Una donna controlla una belva come se niente fosse.
Avete mai sentito l'espressione "avere il mostro dentro"?
Si tratta di un'espressione che rimanda a forze che si agitano dentro di noi e he per controllarle bisogna in un certo senso dare loro il giusto spazio, piuttosto che reprimerle...con la forza!
Questo discorso rimanda a uno dei punti piu' importanti del nostro corpo.
L'ombelico.
E' un punto dai grossi significati simbolici.
Di solito l'ombelico rimanda a punti di alta densità energetica.
Anche sulla Terra gli antichi cercavano questi punti che mettevano in contatto forze di grande densità materica con elementi di grande peso spirituale.
Questa comunicazione non deve essere interrotta.
L'ombelico è il segno di un passaggio, di una vera nascita che è avvenuta.
Ora si tratta di puntare sulla luce.
Infatti ognuno di questi punti si eleva e si trasforma in un monte.
Un monte sacro.