La sgroppata nella carrozza verso un cimitero come metafora nell'esistenza.
Sembra un'osservazione un pò peregrina, in realtà la grandezza di Joyce sta nel non fartelo accorgere...subito.
All'inizio sembra quasi una prosecuzione dei primi episodi in cui è protagonista Bloom (infatti i primi due "suonano" simili). In realtà qui il cambio di tono è evidente.
Qui è molto forte, preciso, il parallelo con il testo di Omero. In pratica un lettore di oggi può capire il viaggio verso la morte piu' in questo modo che in quello di Omero.
Viene subito da pensare se John Ford nel girare "Ombre rosse" abbia pensato a questo episodio del romanzo.
Perchè funziona alla grande come metafora?
Il dialogo e l'andamento tutto è vivacissimo...brillante e solo quando siamo al cimitero, verso la fine dell'episodio Bloom medita sulla morte.
In realtà la cosa funziona perchè Bloom è in carrozza con persone che non lo riguardano. Lui vede Dedalus da dentro e lo riferisce al padre dello stesso che però non riesce a vederlo...quante volte abbiamo fatto un pezzo di strada insieme a persone che non ci riguardano, mentre,fuori, gli altri, quelli che davvero ci interessano, al momento, sono solo comparse?
Contemporaneamente Bloom viene insultato da alcune di queste persone, però lui non fa polemiche, pur nel sonno profondo, conserva questo gusto per la vita davvero vivace. Anche se , come già visto, ancora non concretizza.
Proprio perchè con le persone sbagliate. E' questo doppio registro, di fronte alla morte, che poi servirà dopo a Bloom stesso, quando incontrerà Dedalus.
Montaggio di Stagecoach(1939):
mercoledì 3 giugno 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento