sabato 6 settembre 2008

lettera aperta ad Adriano Apra'

Leggo oggi su “Alias” (il supplemento del Manifesto) un bell’articolo di Adriano Aprà dal titolo “le impronte digitali del nuovo cinema”.
Con perfetto tempismo, uno dei piu’ svegli critici cinematografici italiani fotografa lo stato delle cose, soprattutto riguardo il documentario al lavoro su/ con il digitale.
Mi preme dire alcune cose, già espresse su questo blog e negli ultimi mesi materiale di lavoro.
Aprà giustamente scrive che il cinema sta diventando sempre di piu’ un vento, un flusso, liquido aperto a logiche nuove.
Quali logiche?
Caro Apra’ la logica è quella dei nessi a- casuali, messa in moto dalla sincronicita’ e da un uso della mente in costante amplificazione che trova in testi come I Ching il suo miglior supporto. Il documentario sostituisce il teatro perché non è piu’ tempo dell’inconscio ma di stati della mente piu’ elevati, dove il rapporto con lo sconosciuto non è piu’ con una belva ma con un fratello lontano. Non mi sorprende che gli ultimi Demme e Schroeder lavorano su questo. Tra l’altro, col mio gruppo, abbiamo avuto modo di lavorare con Ruiz (grazie alla splendida mediazione di Bruno Roberti) che è quello che ha dato la dritta per il nuovo film del regista di origini iraniane.
E’ tutto documentato sul blog, giorno dopo giorno.
Ti chiedi anche dove stanno sepolte molte di queste opere. E’ vero, ormai è tempo di reti, blog e dvd. Eppure in questi giorni ci sarà a Cosenza una rassegna che indaga proprio sul documentario (dal 12 al 14 settembre) e su quello che lo segue (per noi l’effimero panico di cui Jodorowsky fu il perfetto “esecutore”).
Il rapporto con lo spettatore è interattivo? Se un giorno vorrai vedere “El Duende” (il mio finto documentario su i video dei terroristi in rete) scoprirai un bell’esempio di finale interattivo. Naturalmente non parlo solo per me. Ad esempio chi ha montato El Duende, Giuseppe Colonese è un fan sincero di Harry Smith e Brackage ed è presente anche lui alla rassegna.
Ci stanno tante cose da dire (e da filmare) ma a questo punto il mio invito sincero è quello di venirci a trovare anche per vedere, cosa c’è da buttare via e cosa da conservare (e far proliferare).

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