Continua l'avventura e continua Ismaele a fondere sapientemente azione e riflessioni alte. C'è subito da dire che il pezzo in cui, il nostro eroe(?) si vede in soffitta col fumo che gli esce dalla testa dopo aver bevuto tè e riflettendo su chissà che cosa è da dieci e lode.
Insomma Melville ha decisamente carburato.
La parte relativa all'azione qui poco interessa anche se fa davvero piacere stare sulla nave dopo tanti dettagli e vedere tutte queste cose proprio come se fossimo lì.
Quello che intriga al "secondo livello" è la faccenda della balena che sarebbe il dragone originario e di Perseo come primo baleniere della storia.
Su cosa sia davvero il dragone ci sono migliaia di post su internet, alcuni ovviamente pacchiani altri sofisticati e digeribili davvero da poche teste fumanti.
Però il costringere il lettore a vedere le cose dalla prospettiva del pesce, del mare, piuttosto che delle solite favole ha un suo grande valore.
Altre due cose: uno è l'omaggio all'India, l'altro è la discussione su Giona e il capo di Buona Speranza che davvero ci ricorda il male della religione in America, cioè tutto questo affannarsi sulla lettera delle cose.
sabato 29 agosto 2009
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