A questo punto Melville lavora un pò come in altri libri di altri scrittori, tipo Manoscritto trovato a Saragozza.
Cioè storie dentro altre storie.
Si era già capito che la storia non aveva un avanzamento lineare ma si fratturava in altri mondi. Questo modo di scrivere è utilissimo quando si trattano argomenti alti, proprio perchè i punti di vista altrui (richiamati da questa polifonia) aiutano a capire che non vi può essere un popolo o un'idea o una persona a detenere la verità.
In questo contesto, Ismaele e noi con lui ci chiediamo: vista la prudenza particolare di chi caccia le balene come ci si raduna, che tipo è davvero uno che raccoglie accoliti su qualcosa di particolare come il mare, dove il leviatano non ha una forma determinata e conosciuta? Insomma questi viandanti che alla fine scoprono di non poter essere i padroni del mare, a chi devono fare riferimento?
ecco allora la storia di un ammutinamento e di un'apparizione insieme di Moby Dick che, pagina dopo pagina, diventa sempre piu' terribile...
Per concludere due note a piè pagina.
Pensate allo squalo di Spielberg come aggiornamento di questa storia e voglio ricordare che Ruiz oltre ad essere un regista di storie dentro storie è anche figlio di marinai (e vi consiglio di cercare "il tesoro delle tre corone").
giovedì 20 agosto 2009
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