Ecco che Achab parla e parla di Moby Dick.
Con dei pezzi alla Shakespeare (e in questo Melville anticipa Joyce) si entra nel vivo.
Si mostra l'ossessione di Achab, Moby Dick, la balena bianca che in molti hanno provato a far fuori.
La balena che ha reso Achab uno storpio.
Due le cose belle di questa parte del romanzo. Ismaele come voce narrante è sparito e il romanzo acquista una coloritura polifonica.
Poi una delle frasi piu' belle della letteratura: colpirei il sole se mi offendesse. Capiamo che cosa tormenta Achab.
Non è tanto la sfida con un mostruoso leviatano. Quanto l'incapacita dell'essere umano, a volte, nel soffrire i limiti.
I limiti servono. se non ci fossero i limiti, l'uomo sarebbe puro potenziale e non crescerebbe mai.
Achab questo non lo sopporta.
Starbuck lo sa e si tormenta...
lunedì 17 agosto 2009
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