mercoledì 9 settembre 2009

Moby Dick (131-135)

Eccoci dunque alla fine di questo libro meraviglioso.
Certo, è facile dirlo, ma credo che ci sia una grossa differenza nel dire cose simili solo perchè così "si dice" rispetto a quando si è fatta l'esperienza. E' uno dei mali dell'occidente e traspare molto bene in questo libro che è metaforicissimo, pur affogando in mezzo a una marea di dettagli realistici. Ma molta filosofia dimentica Moby Dick. Cioè scrive libri non avendo fatto l'esperienza ma riassumendo l'esperienza di altri.
Invece ogni filosofo dovrebbe fare un pò come gli iniziati: ripercorrere l'esperienza già fatta da altri, anche se poi si finisce per dire una cosa a suo modo scontata. certo che Moby Dick è un capolavoro...ma provate ad ascoltare questa stessa frase detta da uno che l'ha letto solo su un'antologia, rispetto a uno che il libro se l'è sudato! Noterete che vi è proprio una differenza di intonazione. Nel primo caso la frase suona falsa, nella seconda suona vera. Proprio perchè nel secondo il corpo ha assorbito l'esperienza.
Dicevamo del finale. MOby Dick appare solo nelle ultime trenta pagine o quasi e fa sfracelli. Ovviamente non vi diciamo chi si salva...

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