martedì 30 settembre 2008
Rompere gli schemi, ricreare gli equilibri
Cuore del cielo tutto per 100 persone ieri...questa volta dato che il film era molto più accessibile, non ho avvisato la stampa o la tv, visto che ha già molta forza (El Duende era più sperimentale, quindi...). In sala tutti già con la testa nell'horror di dicembre e se continua così non stampo neanche le locandine, visto che tutti è come se fossero già lì...in questo si creano nuovi equilibri. Non la spinta verso l'eccesso (che nel mondo del tao crea l'effetto opposto) ma la ricerca continua di un equilibrio, della giusta mossa che fa crescere e andare avanti. Baba Sissoko ha parlato chiaro ieri col pubblico: si entra in alcune cose da una porta molto piccola e poi ci si ritrova, andando avanti,in mondi di grande bellezza. Quasi un richiamo ad Alice nel paese delle meraviglie, citato ieri proprio nel film. E voi quando fate una cosa, cercate il giusto o vi bruciate come meteore? Sapete distinguere tra il troppo e il salto nel vuoto?
lunedì 29 settembre 2008
Dialoghi d'amore
Il cuore del cielo è pronto e questa sera ci sarà la prima. In questi giorni con Giuseppe Colonese, che già aveva montato El Duende, abbiamo anche lavorato fino alle tre di notte per dare forma al film, alle immagini in disordine. Quando si monta un film si vede che colori hai usato, che rapporto hai con lo spazio e il tempo, come vedi i rapporti con le altre persone. Quello che è nascosto dentro di te emerge e così anche i pensieri delle persone che hanno lavorato al film. In particolare vorrei parlare di questa cosa dei dialoghi...usando un semplice microfono si captano i suoni delle nostre usuali conversazioni. Emergono così parole nuove, che sembra non abbia pronunciato nessuno. Sono comunque parole che vengono assorbite dalla nostra mente. Come nascono queste frasi?
Più uno sussurra più viene ascoltato. Allora queste parole nate da teste invisibili, che possono essere ascoltate solo rallentando il tutto. sono forse il fondamento dei nostri rapporti?
Più uno sussurra più viene ascoltato. Allora queste parole nate da teste invisibili, che possono essere ascoltate solo rallentando il tutto. sono forse il fondamento dei nostri rapporti?
venerdì 26 settembre 2008
Esplorando la città per l'horror
Quindi esploro la città per l'horror, il terzo film che dovrebbe chiudere la trilogia sulla sincronicità. Si capiscono molte cose quando si comincia davvero a fare. Di solito le persone usano le parole in modo meccanico, ripetendo quello che si è sentito dire in giro. Va ricordato che gran parte di quello che ci capita E' SOLO PER I NOSTRI OCCHI. Ci capitano cose che vediamo solo noi, un dono della vita. Quindi è molto importante scambiare opinioni e non solo soldi con gli altri. Tutta l'umanità è come un essere da un milione di occhi.
Non guardare con gli occhi degli altri, ma con gli occhi degli altri. La città che ho conosciuto in questi giorni è molto diversa da come la immaginavo, da come mi era stata raccontata. O, comunque, non è solo quella che mi era stata raccontata. Questo nuovo ritratto, che si aggiunge agli altri, deriva dal fare, dall'agire per creare qualcosa. Non immaginare di creare ma fare. Non provare a fare ma fare fin dove si può.
L'horror sincronico è per sciogliere le paure.
Non si parla molto di paura nelle città in questi giorni?
Non guardare con gli occhi degli altri, ma con gli occhi degli altri. La città che ho conosciuto in questi giorni è molto diversa da come la immaginavo, da come mi era stata raccontata. O, comunque, non è solo quella che mi era stata raccontata. Questo nuovo ritratto, che si aggiunge agli altri, deriva dal fare, dall'agire per creare qualcosa. Non immaginare di creare ma fare. Non provare a fare ma fare fin dove si può.
L'horror sincronico è per sciogliere le paure.
Non si parla molto di paura nelle città in questi giorni?
giovedì 25 settembre 2008
Forse Ruiz ti ha montato...
Mentre non ci sto capendo nulla...nel senso che tra film nuovo e la proiezione del Cuore del Cielo (il 29 settembre al Garden se non venite mi incazzo)le giornate sono un pò pienotte, ecco che mi sento con Bruno Roberti e lui mi fa: "Forse Ruiz per la sua versione del film sull'Apocalisse ha montato alcune tue immagini sulle icone..."
"Davvero?"
"Si...perchè altrimenti non capisco dove le abbia prese... e poi ho riconosciuto il tuo occhio estatico..."
"Forte...io per girare il cuore del cielo ho molto tenuto conto delle cose che mi ha insegnato durante le riprese..."
"Allora c'è stato un bello scambio!"
A quanto pare quei sopralluoghi nel Mercurion hanno trovato una prima sistemazione.
"Davvero?"
"Si...perchè altrimenti non capisco dove le abbia prese... e poi ho riconosciuto il tuo occhio estatico..."
"Forte...io per girare il cuore del cielo ho molto tenuto conto delle cose che mi ha insegnato durante le riprese..."
"Allora c'è stato un bello scambio!"
A quanto pare quei sopralluoghi nel Mercurion hanno trovato una prima sistemazione.
domenica 21 settembre 2008
Le due case sacre e il nuovo horror
Volendo chiudere questa trilogia sulla sincronicità con un horror, ecco allora il pensiero va subito alla casa di luce e ai suoi guardiani, gli angeli...
vediamo di andare per ordine.
In tutti questi anni abbiamo visto non so quanti film horror sulle case maledette. Il piu' bello, ovvio, è quello di Sam Raimi (EVIL DEAD).
Tutti questi film sono esplorazioni sulle pulsioni basse e su scarti di storia indecifrabile (demoni sumeri e potere del suono sulla materia). Per quanto mi riguarda, visto che nei miei film si usa la sincronicità, non posso permettermi un horror classico. Troppo rischioso per me stesso e gli altri...quindi invece di concentrare l'attenzione sul negativo, per una volta andiamo sul positivo, sul fare qualcosa di bello. Sul non crogiolarsi nel nostro marciume, ma nel alchemizzarlo e renderlo fecondo.
Quindi: alcune streghe vogliono evocare la casa di luce, quella abitata dagli angeli posti a guardia del paradiso.
Come fare?
vediamo di andare per ordine.
In tutti questi anni abbiamo visto non so quanti film horror sulle case maledette. Il piu' bello, ovvio, è quello di Sam Raimi (EVIL DEAD).
Tutti questi film sono esplorazioni sulle pulsioni basse e su scarti di storia indecifrabile (demoni sumeri e potere del suono sulla materia). Per quanto mi riguarda, visto che nei miei film si usa la sincronicità, non posso permettermi un horror classico. Troppo rischioso per me stesso e gli altri...quindi invece di concentrare l'attenzione sul negativo, per una volta andiamo sul positivo, sul fare qualcosa di bello. Sul non crogiolarsi nel nostro marciume, ma nel alchemizzarlo e renderlo fecondo.
Quindi: alcune streghe vogliono evocare la casa di luce, quella abitata dagli angeli posti a guardia del paradiso.
Come fare?
mercoledì 17 settembre 2008
IL cuore del cielo - la locandina
Ecco la locandina del film...l'ha realizzata Rosaria Grisolia con la collaborazione di Francesco De Napoli...credo che riassuma alla grande lo spirito del film.
martedì 16 settembre 2008
I Ching e il cervello
Uno dei piu' bei libri della storia (libro?) è sicuramente I Ching. Per me il piu' bello.
In realtà si tratta di un mezzo che amplifica la mente, sollecitando l'intuizione. Jung ne parlò a proprosito della sincronicità, anche se quello che scrisse erano solo dei primi spunti. All'epoca questo prezioso regalo da parte dei Saggi, era considerato un cumulo di superstizioni.
Meglio cosi'. Oggi ne possiamo visitare le stanze con continuo spirito infantile (si è sempre bambini rispetto alla vera saggezza) e scoprire che IN OGNI COSA C'E' SEMPRE QUALCOSA DI PIU'.
Ogni volta che lavorate su qualcosa, quando credete che sia stata scritta la parola fine, allora mettete mano a I CHING. Chiudere una conversazione, un lavoro, un amore, convinti che non ci sia altro da fare è un vero atto di presunzione. Nel caso del cinema ovviamente si può usare per amplificare una prima visione. Questo perchè il nostro mondo è fortemente segnato dal mutamento, quindi bisogna trovare il mondo di usare il tempo non come se fosse un padrone irascibile ma un amico gentile. Ovviamente questo vuol dire che esso non va usato per predire il futuro ma per scandagliare le infinite possibilità del presente. Di solito andiamo cosi' veloci nelle nostre cose da ottenere il risultato opposto alle intenzioni. Per questo le prime volte che viene usato I CHING modifica la chimica del cervello, ormai tarata su metodi da rapina. Le cose si costruiscono mattone dopo mattone, in modo da prescindere il dualismo e ottenere risultati duraturi.
Ormai è chiaro: piu' veloci andiamo piu' bruciamo tempo (che è l'unica cosa che abbiamo sulla Terra), piu' andiamo lenti, piu' tempo otteniamo. Quindi su ogni cosa fate una sola domanda e poi approfondite il simbolo, tessendolo con la realtà specifica che vivete.
In realtà si tratta di un mezzo che amplifica la mente, sollecitando l'intuizione. Jung ne parlò a proprosito della sincronicità, anche se quello che scrisse erano solo dei primi spunti. All'epoca questo prezioso regalo da parte dei Saggi, era considerato un cumulo di superstizioni.
Meglio cosi'. Oggi ne possiamo visitare le stanze con continuo spirito infantile (si è sempre bambini rispetto alla vera saggezza) e scoprire che IN OGNI COSA C'E' SEMPRE QUALCOSA DI PIU'.
Ogni volta che lavorate su qualcosa, quando credete che sia stata scritta la parola fine, allora mettete mano a I CHING. Chiudere una conversazione, un lavoro, un amore, convinti che non ci sia altro da fare è un vero atto di presunzione. Nel caso del cinema ovviamente si può usare per amplificare una prima visione. Questo perchè il nostro mondo è fortemente segnato dal mutamento, quindi bisogna trovare il mondo di usare il tempo non come se fosse un padrone irascibile ma un amico gentile. Ovviamente questo vuol dire che esso non va usato per predire il futuro ma per scandagliare le infinite possibilità del presente. Di solito andiamo cosi' veloci nelle nostre cose da ottenere il risultato opposto alle intenzioni. Per questo le prime volte che viene usato I CHING modifica la chimica del cervello, ormai tarata su metodi da rapina. Le cose si costruiscono mattone dopo mattone, in modo da prescindere il dualismo e ottenere risultati duraturi.
Ormai è chiaro: piu' veloci andiamo piu' bruciamo tempo (che è l'unica cosa che abbiamo sulla Terra), piu' andiamo lenti, piu' tempo otteniamo. Quindi su ogni cosa fate una sola domanda e poi approfondite il simbolo, tessendolo con la realtà specifica che vivete.
domenica 14 settembre 2008
ricordando il living theatre
La terza proiezione del film oracolare è andata bene. Nel frattempo, "visibile citta'" ha scodellato altre cose di interesse...si è parlato del living theatre e di come questo "gruppo" ha agito sul mondo e sulla...città di Cosenza! La prima volta che il living è arrivato in città è stato nel 1976 e fu una cosa importante, tanto che, ricorda Antonello Antonante, che andò fino in Piemonte per invitarli, alla polizia arrivavano 5000 lettere di denuncia al giorno.
Antonante ha anche ricordato che molta della documentazione del living è andata perduta e che oggi Judith Malina vive in stato di estrema indigenza, ingiustamente. Forse ci si dovrebbe muovere per questa cosa.
Ora alcune considerazioni. Su questo blog si è parlato a volte di teatro e di come, inettato nel cinema, abbia rappresentato la porta per l'inconscio. Il living è una delle punte massime di questo processo. Oggi, in qualunque città si voglia fare cinema, un cinema che scuota le nostre anime e che le porti a chiedersi in che mondo siamo e quali sono gli altri mondi nei quali si può e si deve andare (anche solo per ossigenare il cervello), bisogna pensare ad altri processi, senza per questo rinnegare il passato ( e non perdere e permettere che si perda la documentazione). Quale dunque la fonte, oltre al documentario e alla sincronicità? Chi sono i nuovi sciamani, che, con la scusa dell'arte, aprono nuove porte alla moltitudine per la messa in pratica dei nuovi desideri?
Noi scommettiamo per prima cosa su alcuni studi cabalistici, che socializzati, buttino a mare vecchi ruoli ormai sclerotici e permettano l'emersione di altri piu' freschi.
Antonante ha anche ricordato che molta della documentazione del living è andata perduta e che oggi Judith Malina vive in stato di estrema indigenza, ingiustamente. Forse ci si dovrebbe muovere per questa cosa.
Ora alcune considerazioni. Su questo blog si è parlato a volte di teatro e di come, inettato nel cinema, abbia rappresentato la porta per l'inconscio. Il living è una delle punte massime di questo processo. Oggi, in qualunque città si voglia fare cinema, un cinema che scuota le nostre anime e che le porti a chiedersi in che mondo siamo e quali sono gli altri mondi nei quali si può e si deve andare (anche solo per ossigenare il cervello), bisogna pensare ad altri processi, senza per questo rinnegare il passato ( e non perdere e permettere che si perda la documentazione). Quale dunque la fonte, oltre al documentario e alla sincronicità? Chi sono i nuovi sciamani, che, con la scusa dell'arte, aprono nuove porte alla moltitudine per la messa in pratica dei nuovi desideri?
Noi scommettiamo per prima cosa su alcuni studi cabalistici, che socializzati, buttino a mare vecchi ruoli ormai sclerotici e permettano l'emersione di altri piu' freschi.
martedì 9 settembre 2008
terza proiezione di El duende
Venerdi 12 a piazzetta Toscano, a Cosenza, dunque, è il giorno delle terza proiezione di El Duende. Questa mattina mi hanno intervistato alla radio su questa cosa e si è parlato della città.
Sono convinto che Cosenza sia come un lago: immobile in superficie e ribollente nel profondo. In questo modo le mille cose che succedono non vengono mai fuori.
Forse è tempo di uscire fuori.
E' una cosa che succede a tutti. Rinchiudersi in se stessi, negare l'altro e sentirsi come contesse in splendido isolamento in quelle ville decadenti. Al diavolo la dentiera e tutto il resto! Per essere vecchi dentro e isolarsi ci vogliono mille vite! Non accontentatevi! Ricordatevi che avete tanto da dare e da ricevere. certo, non è un processo scontato. Però io sto dicendo che è semplice, mica ho detto che è facile...
Sono convinto che Cosenza sia come un lago: immobile in superficie e ribollente nel profondo. In questo modo le mille cose che succedono non vengono mai fuori.
Forse è tempo di uscire fuori.
E' una cosa che succede a tutti. Rinchiudersi in se stessi, negare l'altro e sentirsi come contesse in splendido isolamento in quelle ville decadenti. Al diavolo la dentiera e tutto il resto! Per essere vecchi dentro e isolarsi ci vogliono mille vite! Non accontentatevi! Ricordatevi che avete tanto da dare e da ricevere. certo, non è un processo scontato. Però io sto dicendo che è semplice, mica ho detto che è facile...
lunedì 8 settembre 2008
Due dritte di Baba Sissoko
Durante la sessione di cui parlo nel post precedente, ho avuto modo di parlare con Baba del film e del modo giusto di lavorare sul digitale.
Per prima cosa la musica.
Si tende a usare musica per film nei lavori in digitale. E' uno sbaglio, visto che le immagini girate in digitale sono molto piu' fragili e una colonna sonora classica le sovrasterebbe...quindi bisogna usare musica piu' dolce ma non per questo che non sappia accompagnare chi guarda il film in quel viaggio che e' la visione.
Poi la tentazione della setta.
Girando questi film piccoli tutto sembra ridursi. Si è tentati quindi nel rinchiudersi, nel non usare i talenti o incontrare pubblici ampi...insomma si va avanti con i paraocchi, convinti di possedere verità che gli altri non capiscono. Tutto questo va evitato o meglio scavalcato e come i griot andare in giro per il mondo a raccontare tutte le storie possibili.
Per prima cosa la musica.
Si tende a usare musica per film nei lavori in digitale. E' uno sbaglio, visto che le immagini girate in digitale sono molto piu' fragili e una colonna sonora classica le sovrasterebbe...quindi bisogna usare musica piu' dolce ma non per questo che non sappia accompagnare chi guarda il film in quel viaggio che e' la visione.
Poi la tentazione della setta.
Girando questi film piccoli tutto sembra ridursi. Si è tentati quindi nel rinchiudersi, nel non usare i talenti o incontrare pubblici ampi...insomma si va avanti con i paraocchi, convinti di possedere verità che gli altri non capiscono. Tutto questo va evitato o meglio scavalcato e come i griot andare in giro per il mondo a raccontare tutte le storie possibili.
domenica 7 settembre 2008
Il cuore di Baba Sissoko
Ieri giornata a casa di Baba Sissoko per la registrazione della colonna sonora del Cuore del cielo.
Baba oltre che grande padrone di casa (con sua moglie Giuliana)è stato di una grande generosità perchè ha realizzato,in solo otto ore, e con la preziosa collaborazione del fonico Antonio Staropoli, quattro brani per il film, mentre davanti a lui scorrevano le immagini del primo montaggio del film stesso.
Con me vi erano Rosaria, Filomena (con il resto della sua famiglia: Roberto e il piccolo Mattia).
E' stata una giornata bellissima, di grande musica e creatività, che è andata aldilà del film.
Rare volte succedono pomeriggi cosi, ancora una volta sotto il segno del gioco, del voler fare qualcosa insieme, dove impari tante cose...quindi ringrazio di nuovo tutti per come sono andate le cose e adesso non resta altro da fare che completare il film!
sabato 6 settembre 2008
lettera aperta ad Adriano Apra'
Leggo oggi su “Alias” (il supplemento del Manifesto) un bell’articolo di Adriano Aprà dal titolo “le impronte digitali del nuovo cinema”.
Con perfetto tempismo, uno dei piu’ svegli critici cinematografici italiani fotografa lo stato delle cose, soprattutto riguardo il documentario al lavoro su/ con il digitale.
Mi preme dire alcune cose, già espresse su questo blog e negli ultimi mesi materiale di lavoro.
Aprà giustamente scrive che il cinema sta diventando sempre di piu’ un vento, un flusso, liquido aperto a logiche nuove.
Quali logiche?
Caro Apra’ la logica è quella dei nessi a- casuali, messa in moto dalla sincronicita’ e da un uso della mente in costante amplificazione che trova in testi come I Ching il suo miglior supporto. Il documentario sostituisce il teatro perché non è piu’ tempo dell’inconscio ma di stati della mente piu’ elevati, dove il rapporto con lo sconosciuto non è piu’ con una belva ma con un fratello lontano. Non mi sorprende che gli ultimi Demme e Schroeder lavorano su questo. Tra l’altro, col mio gruppo, abbiamo avuto modo di lavorare con Ruiz (grazie alla splendida mediazione di Bruno Roberti) che è quello che ha dato la dritta per il nuovo film del regista di origini iraniane.
E’ tutto documentato sul blog, giorno dopo giorno.
Ti chiedi anche dove stanno sepolte molte di queste opere. E’ vero, ormai è tempo di reti, blog e dvd. Eppure in questi giorni ci sarà a Cosenza una rassegna che indaga proprio sul documentario (dal 12 al 14 settembre) e su quello che lo segue (per noi l’effimero panico di cui Jodorowsky fu il perfetto “esecutore”).
Il rapporto con lo spettatore è interattivo? Se un giorno vorrai vedere “El Duende” (il mio finto documentario su i video dei terroristi in rete) scoprirai un bell’esempio di finale interattivo. Naturalmente non parlo solo per me. Ad esempio chi ha montato El Duende, Giuseppe Colonese è un fan sincero di Harry Smith e Brackage ed è presente anche lui alla rassegna.
Ci stanno tante cose da dire (e da filmare) ma a questo punto il mio invito sincero è quello di venirci a trovare anche per vedere, cosa c’è da buttare via e cosa da conservare (e far proliferare).
Con perfetto tempismo, uno dei piu’ svegli critici cinematografici italiani fotografa lo stato delle cose, soprattutto riguardo il documentario al lavoro su/ con il digitale.
Mi preme dire alcune cose, già espresse su questo blog e negli ultimi mesi materiale di lavoro.
Aprà giustamente scrive che il cinema sta diventando sempre di piu’ un vento, un flusso, liquido aperto a logiche nuove.
Quali logiche?
Caro Apra’ la logica è quella dei nessi a- casuali, messa in moto dalla sincronicita’ e da un uso della mente in costante amplificazione che trova in testi come I Ching il suo miglior supporto. Il documentario sostituisce il teatro perché non è piu’ tempo dell’inconscio ma di stati della mente piu’ elevati, dove il rapporto con lo sconosciuto non è piu’ con una belva ma con un fratello lontano. Non mi sorprende che gli ultimi Demme e Schroeder lavorano su questo. Tra l’altro, col mio gruppo, abbiamo avuto modo di lavorare con Ruiz (grazie alla splendida mediazione di Bruno Roberti) che è quello che ha dato la dritta per il nuovo film del regista di origini iraniane.
E’ tutto documentato sul blog, giorno dopo giorno.
Ti chiedi anche dove stanno sepolte molte di queste opere. E’ vero, ormai è tempo di reti, blog e dvd. Eppure in questi giorni ci sarà a Cosenza una rassegna che indaga proprio sul documentario (dal 12 al 14 settembre) e su quello che lo segue (per noi l’effimero panico di cui Jodorowsky fu il perfetto “esecutore”).
Il rapporto con lo spettatore è interattivo? Se un giorno vorrai vedere “El Duende” (il mio finto documentario su i video dei terroristi in rete) scoprirai un bell’esempio di finale interattivo. Naturalmente non parlo solo per me. Ad esempio chi ha montato El Duende, Giuseppe Colonese è un fan sincero di Harry Smith e Brackage ed è presente anche lui alla rassegna.
Ci stanno tante cose da dire (e da filmare) ma a questo punto il mio invito sincero è quello di venirci a trovare anche per vedere, cosa c’è da buttare via e cosa da conservare (e far proliferare).
venerdì 5 settembre 2008
Ancora sul cinema che verrà
Per prima cosa un pò di appuntamenti.
Il 12 proiettano per la terza volta El Duende...questa volta in piazza. Vi darò altri dettagli fra qualche giorno. L'avventura del film oracolare prosegue e come detto sarà proiettato anche nei bordelli cinesi(!)...speriamo di non disturbare i clienti!
In quei giorni (il 12-13-14 di questo mese) alla biblioteca nazionale di Cosenza ci sarà un workshop di scittura cinematografica.
Ieri ho pubblicato il mio post presuntuoso su Demme, però ci tengo molto a questa idea di un cinema che sta nascendo in un certo modo. Molti non hanno in mente un'idea forte futura di quello che fanno, un orizzonte al quale arrivare. Invece, qualunque lavoro facciano, dovrebbero averlo. Quando si comincia qualcosa bisogna avere il coraggio di finirla, ma finirla davvero! Chi può dire cosa ha in serbo per noi il nostro Dio interiore? Non accettate facili scommesse su questa domanda. Nel cinema, e in particolare quello italiano l'orizzonte è costituito da qualche finanziamento. Va bene. E i sogni?
Il 12 proiettano per la terza volta El Duende...questa volta in piazza. Vi darò altri dettagli fra qualche giorno. L'avventura del film oracolare prosegue e come detto sarà proiettato anche nei bordelli cinesi(!)...speriamo di non disturbare i clienti!
In quei giorni (il 12-13-14 di questo mese) alla biblioteca nazionale di Cosenza ci sarà un workshop di scittura cinematografica.
Ieri ho pubblicato il mio post presuntuoso su Demme, però ci tengo molto a questa idea di un cinema che sta nascendo in un certo modo. Molti non hanno in mente un'idea forte futura di quello che fanno, un orizzonte al quale arrivare. Invece, qualunque lavoro facciano, dovrebbero averlo. Quando si comincia qualcosa bisogna avere il coraggio di finirla, ma finirla davvero! Chi può dire cosa ha in serbo per noi il nostro Dio interiore? Non accettate facili scommesse su questa domanda. Nel cinema, e in particolare quello italiano l'orizzonte è costituito da qualche finanziamento. Va bene. E i sogni?
giovedì 4 settembre 2008
Omaggio al nuovo Jonathan Demme
questo omaggio al nuovo Demme appena passato a Venezia è basato su alcune immagini (tratte dal mio film "la fase del fuoco"), assonanze (c'è anche l'India) e sul fatto che anche Demme (allievo di Corman!) stia lavorando alacramente ai film che lavorano molto col documentario impastato con una fiction girata con un gruppo di attori quasi "a casa"...insomma nuove direzioni, altri amici su queste dolci barricate che chiedono giustizia per il vivere dell'uomo e per un cinema che amplifichi la realtà...
martedì 2 settembre 2008
Amore non solo come guardare
Mentre montavamo le scene del cuore del cielo, con Luigi, ci siamo chiesti alcune cose. Nel film, come ho già scritto, si ragiona sull'eros e su cosa voglia davvero dire guardare una persona che si desidera.
Sia che si tratti di una persona da spogliare che da ascoltare nei suoi ragionamenti più intimi...invece non ci si chiede mai cosa una persona sogna o come si rapporta agli oggetti o al modo di vestirsi...come si presenta all'altro, che rapporto ha con quello che lo/la circonda. Il cuore del cielo è nato un pò come un film che mostra il SOLE VISTO DALLA LUNA...la luna che guarda al sole, ne riceve la luce, si nasconde e intanto lavora sugli umori, i desideri, i sogni...allora se è un film sulle donne sul desiderio, non è un film sullo spiare, ma sul sentire "IL MOVIMENTO DELLE ACQUE" DELL'ALTRA PERSONA... proprio perchè si è già in rapporto con l'altra persona e non la si guarda dal buco della serratura.
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