domenica 16 gennaio 2011

Hereafter


Il nuovo film di Clint Eastwood mostra una straordinaria delicatezza. Non solo nel trattare il tema della morte ma del dolore di non poter essere se stessi.
Non si è se stessi perchè si è abbagliati da altro, come nel caso della giornalista. Non si è se stessi perchè si dipende da qualcuno, come accade al ragazzino.
Non si è se stessi perchè davvero non si sanno usare i doni che abbiamo...in questo terzo caso che sembra il più lontano dei tre dalla vita di ognuno di noi sta forse la chiave di tutta la faccenda.
Nel caso più flagrante.
Il segreto più importante quello più nascosto è quello sotto gli occhi di tutti...il dolore di Matt Damon, che non è quello di qualcuno che ha perso una persona, ma è quello di chi non sa come essere utile agli altri, pur sapendo da dove partire.
Ognuno di noi ha una missione e a volte non sa da dove cominciare, è confuso, pensa ad altro, come la giornalista che deve scrivere una biografia su Mitterand anche se nella sua vita c'è altro, più importante, addirittuta più politico (ed è bello che alcuni degli avvenimenti cardine di queste persone si allacciano a grandi fatti di cronaca)e quindi...
immensa solitudine mai giudicata ma accompagnata al suo risveglio alla vita.

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