sabato 7 maggio 2011

"Telesio" di Franco Battiato

Ieri sono stato alla prima dell'opera di Franco Battiato su Bernardino Telesio, un pensatore da riscoprire.
Colpisce subito, nell'operazione di Battiato, la capacità di portare "il meraviglioso" a un possibile punto zero.
Mi spiego.
Quello di ieri è stato come la proiezione dell'arrivo del treno alla stazione nel famoso film dei fratelli Lumiere che inaugurarono ( è una convenzione ma rende l'idea) il cinema.
Realizzare un'opera con degli ologrammi in scena si può dire che inaugura qualcosa di cui ancora non sospettiamo gli sviluppi.
Solo con gli ologrammi è possibile evocare l'arrivo delle intelligenze più alte, quelle che Dante vede in Paradiso, qui davanti a noi.
Cento anni fa bastava un prestigiatore ripreso su un palcoscenico per dare l'idea del meraviglioso.
Adesso si evocano presenze sublimi ed è notevole la scelta di Battiato di farle incarnare(!) da danzatori e cantanti che sono di posti lontanissimi e questo ci riporta alle ombre cinesi che furono anche tra gli antenati del cinema. Certo i danzatori balinesi evocano anche Artaud, non è solo amore per l'oriente o intuizione fortissima, ma questi sono solo i primi elementi di riflessione di quest'opera filosofica e degna.

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