lunedì 5 ottobre 2009

Tarantino alchimista

Dopo aver visto l'ultimo bellissimo film di Tarantino, viene quasi spontaneo parlarne qui, non solo come cinema ma anche come alchimia.
Non solo per le nuove fusioni di immagini ma anche per come sono state fatte e da chi sono state fatte. In un mondo come quello del cinema che a volte sembra limitato ( nel senso di idee messe in scena), Tarantino, pur restando fedelissimo a una sua idea di cinema, tira fuori sempre qualcosa di nuovo.
I suoi, aldilà di alcuni "bip" (tipo la scena dei piedi) sono film molto diversi l'uno dall'altro. Questo perchè riesce a restare nel suo territorio accogliendo i visitatori di altri mondi.
Per essere davvero chiari: lascia quasi spiazzati la stima che si riserva in questo film a John Ford e Cimino se si guarda al primo capitolo, poi la scena della taverna è piu' Castellari di Castellari, piu' della presa del titolo o di altri spunti.
Non solo il famoso gioco alto/basso. Ma proprio questo ragionamento: io vado sempre in quella direzione, ma se trovo qualcosa di opposto o che non centra un cazzo se è buono lo prendo e in questo modo non nuoto mai nella stessa pozzanghera.

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